Cronaca

Capodanno Roma e provincia: sequestrati oltre 450kg di botti, tre denunce

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Nelle ultime ore che precedono la fine dell’anno, sempre nell’ambito dei controlli mirati al contrasto del fenomeno della detenzione illecita, della fabbricazione e del traffico di botti, fuochi pirotecnici e materiale esplosivi, in linea con l’azione fortemente voluta dal Prefetto di Roma Lamberto Giannini in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno denunciato altri 3 giovani e hanno sequestrato ulteriore ingente materiale pirotecnico, detenuto illecitamente, senza alcun permesso.

I controlli e le denunce

I Carabinieri della Stazione di Roma Borgata Ottavia, nella cameretta di un ragazzo minorenne che vive con i genitori, hanno scoperto materiale pirotecnico artigianale, detenuto senza alcuna autorizzazione: 120 batterie di fuochi, d’artificio del peso complessivo di 465 kg, che sono state sequestrate e affidate ad un deposito specializzato.

A Campagnano di Roma (RM), i Carabinieri della locale Stazione hanno denunciato due giovani del posto, un 19enne e un 25enne, fermati in strada per un controllo e trovati in possesso di 10 candelotti artigianali.

Con queste attività, i risultati dei controlli eseguiti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, a ridosso del Capodanno, parlano di 9 persone denunciate di oltre 1 tonnellata di materiale pirotecnico sequestrato, tra batterie di fuochi, petardi, candelotti e bombe carta.

Intanto, la scorsa notte, i Carabinieri della Squadra Artificieri del Nucleo Investigativo di Roma sono dovuti intervenire per la rimozione, la messa in sicurezza e la distruzione di un ordigno rudimentale inesploso con miccia parzialmente combusta, segnalata a bordo strada in via Lemonia, quartiere Appia. Sul posto, richiesti da alcuni passanti, erano giunti i Carabinieri della Stazione Roma Quadraro che hanno delimitato l’area e allertato il personale specializzato.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.