Cronaca

Giubileo a Roma, controlli nel settore alberghiero: oltre 70mila euro di multe

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In vista dell’avvio dell’anno giubilare e del previsto afflusso di turisti, il Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Roma – di concerto con la Prefettura della Capitale – ha avviato un ampio piano di controlli in vari
quartieri con l’obiettivo di contrastare forme di illegalità economico-finanziaria nel settore turistico.

I controlli della Guardia di Finanza in occasione del Giubileo a Roma

I dispositivi di controllo sono stati finora concentrati, in particolare, nelle aree della Stazione Termini e del rione
Esquilino, con specifica attenzione verso le strutture alberghiere, extralberghiere e verso i bed and breakfast. Le
ispezioni sono state pianificate attraverso mirate analisi, coordinate dal I Gruppo Roma, per indirizzare l’attività
verso gli obiettivi più a rischio.

Durante le operazioni sono state riscontrate irregolarità amministrative nei confronti di tutti gli 11 obiettivi
selezionati, per un ammontare complessivo di sanzioni pecuniarie superiori ai 70.000 euro. Tra le violazioni più
rilevanti, si segnalano la mancata adozione o esposizione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio
per tutte le strutture ricettive dal 1 gennaio 2025, la mancata esposizione del listino prezzi e la violazione delle
normative antincendio, nonché l’installazione permanente di letti in sovrannumero. Saranno valutati anche gli
aspetti di natura fiscale.
Particolare attenzione è stata riservata anche a un affittacamere completamente abusivo, cui è stata irrogata una
sanzione pecuniaria di oltre 20.000 euro e una diffida a proseguire l’attività imprenditoriale.

L’operazione rientra nell’ambito della costante attività di vigilanza della Guardia di Finanza, finalizzata a
proteggere l’economia legale e prevenire comportamenti fraudolenti che possano danneggiare i turisti in visita
alla Capitale durante l’Anno Santo.

Foto di repertorio

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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