Il caso della Hydrogen Valley nella Valle del Sacco raccontato dai Comitati locali, di cui riportiamo il comunicato stampa, garantendo il diritto di replica.
Il comunicato stampa
Se ci fosse un premio per la capacità di piegarsi con eleganza alle esigenze delle multinazionali, la politica italiana lo vincerebbe a mani basse. Con anni di esperienza nella danza diplomatica, che spazia dal tango con le aziende petrolifere al valzer con i giganti del tech, il nostro Paese ha affinato un talento unico: trasformare ogni promessa di sostenibilità in una gigantesca opportunità di speculazione.
L’ultimo atto di questa tragicommedia si sta consumando nella Valle del Sacco, dove un progetto che sembrava un sogno “verde” si sta trasformando in un incubo fosforescente. Parliamo della Hydrogen Valley, una delle tante iniziative nate sotto il segno del nuovo deal ecologico, ma attenzione: non lasciamoci ingannare dal nome! Qui di ecologico c’è solo il packaging, mentre il contenuto è l’ennesimo gioco di prestigio per arricchire chi già comanda, a discapito di chi sperava in un futuro più pulito.
L’idrogeno della discordia
L’idea, sulla carta, è brillante: produrre idrogeno, il carburante del futuro, e contribuire alla transizione energetica. Ma chi ci assicura che l’idrogeno prodotto in questa valle sarà destinato a ridurre le emissioni delle auto elettriche, a far volare droni alimentati da energia rinnovabile o a riscaldare le case con tecnologie all’avanguardia? Non sarà che questo idrogeno è già destinato a tutt’altri usi, probabilmente meno ecologici e più… speculativi?
La politica, come sempre, è pronta a vendere il progetto come un successo epocale. E poco importa se chi è coinvolto ha un curriculum che farebbe rabbrividire anche il più disilluso degli ambientalisti. Dopo tutto, la coerenza è un optional nel manuale della governance italiana.
Cambiare pelle per non cambiare nulla
La vera maestria delle multinazionali sta nel loro straordinario mimetismo. Oggi paladine della sostenibilità, ieri estrattori senza scrupoli, queste aziende sanno come cavalcare l’onda del momento. Greenwashing? No, qui siamo a un livello superiore: il “green-dressage”, dove si fa credere al pubblico di correre verso un futuro sostenibile mentre si galoppa sul sentiero della massimizzazione dei profitti.
Non è un caso che la Hydrogen Valley della Valle del Sacco sia già al centro di polemiche. Gli ambientalisti puri accusano il progetto di essere l’ennesima scusa per ottenere finanziamenti pubblici senza un reale beneficio per la comunità o per l’ambiente. Gli stessi cittadini che per decenni hanno subito le conseguenze di un inquinamento industriale devastante ora si ritrovano di fronte a un progetto che rischia di perpetuare le stesse logiche speculative.
Politica e multinazionali: un amore senza fine
E la politica? Beh, la politica osserva, ammicca e firma. Perché resistere al fascino di un progetto che promette investimenti miliardari e posti di lavoro, anche se i numeri spesso non reggono al vaglio di una calcolatrice? Le grandi parole sullo sviluppo sostenibile e sull’innovazione sono ottimi slogan per le campagne elettorali, ma nella realtà spesso si traducono in concessioni generose e in una totale assenza di controllo.
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Nel frattempo, chi paga il prezzo di questo ennesimo balletto tra interessi privati e pubblici è, come sempre, la comunità locale. Quella stessa comunità che, tra discariche abbandonate e falde acquifere contaminate, aspettava risposte concrete per un futuro diverso. Un futuro che, a quanto pare, continua a essere rinviato a data da destinarsi.
Sogni verdi, realtà grigia
La Hydrogen Valley della Valle del Sacco è il simbolo perfetto della nostra epoca: un progetto che incarna la distanza siderale tra le promesse della politica e la dura realtà dei fatti. Forse, invece di continuare a rincorrere le multinazionali, sarebbe il caso di tornare a pensare a soluzioni davvero sostenibili, che mettano al centro le persone e il territorio. Ma questo, si sa, è un sogno troppo grande per chi ha già deciso di accontentarsi di un posto in platea nel teatro della speculazione globale.
Per un approfondimento vai al link del blog del Comitato https://bit.ly/4hhBgic
Il coordinamento di:
- Comitato No Biodigestore a Frosinone – Valle del Sacco
- Comitato residenti Colleferro
- Cittadini della Valle del Sacco Sgurgola – Anagni
- Blog Frosinone Bella e Brutta
Foto di repertorio