Cronaca

Occupazioni abusive a Roma: oltre dieci denunce al Quarticciolo

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Nell’ambito dei controlli a tutela del patrimonio, da inizio di quest’anno la Polizia Locale di Roma Capitale ha intensificato le azioni  finalizzate al  contrasto dei fenomeni legati alle occupazioni abusive, con interventi mirati in diverse aree della città, in particolare nel territorio del V Municipio.

I controlli contro le occupazioni abusive a Roma

Verifiche capillari hanno interessato il Quarticciolo, dove, nelle ultime settimane il personale del V Gruppo Casilino ha recuperato 4 alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), di cui 2 sottoposti a sequestro. Altri due appartamenti sono stati recuperati nella zona di Tor Sapienza. Durante le operazioni, 14 le persone (9 donne e 5 uomini), denunciate per violazioni degli artt. 633, 635 e 639 bis del Codice Penale.

Ulteriori interventi hanno riguardato, negli ultimi giorni, la zona di Santa Palomba, dove le pattuglie del IX Gruppo Eur sono intervenute per alcuni alloggi di proprietà di Roma Capitale, occupati abusivamente. Gli agenti, verificata l’assenza di occupanti al momento dell’arrivo, hanno recuperato tre appartamenti, restituendoli all’ente proprietario, che ha messo in sicurezza gli accessi cambiando le serrature e installando sistemi di allarme per prevenire ulteriori occupazioni.

Sono stati invece gli agenti del VI Gruppo Torri ad intervenire in via di Torre Spaccata, per un’occupazione illecita  all’interno di un’area privata, da parte di un uomo, 48 anni, che aveva realizzato un accampamento di fortuna.  Dopo aver accertato la sua posizione sul territorio nazionale, l’uomo è stato denunciato per occupazione abusiva. L’area è stata bonificata da una ditta privata che ha rimosso lamiere, masserizie e materiali di varia natura.

La Polizia Locale proseguirà nell’ impegno per contrastare tali fenomeni illegali, con azioni di controllo sull’intero territorio capitolino.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.

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