Cronaca

Roma, tavola calda da incubo a Torrevecchia: trovati escrementi di topo e blatte morte

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Nei giorni scorsi pattuglie del XIV Gruppo Monte Mario della Polizia Locale di Roma Capitale, in collaborazione con gli operatori del Servizio SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) della ASL Roma 1, hanno svolto controlli mirati presso diverse attività di somministrazione alimenti nel territorio del Municipio XIV.

I controlli in zona Torrevecchia

Gravi le carenze igienico-sanitarie riscontrate presso una tavola calda situata in zona Torrevecchia: pessime condizioni di attrezzature e piani di lavoro, pareti e soffitti con segni di ingiallimento, percolamento di grasso e distaccamento dell’intonaco, presenza di blatte morte ed escrementi  di roditori. Anche  i dispositivi refrigeranti, compreso un pozzetto congelatore, sono stati trovati in pessimo stato di manutenzione, con parti arrugginite e divelte, guarnizioni lesionate e sporche.

A tali irregolarità si sono aggiunte violazioni di natura amministrativa, per un ammontare complessivo di sanzioni pari a circa 7.000 euro. L’attività è stata immediatamente chiusa, con obbligo di eliminare tutte le non conformità riscontrate, provvedendo alla disinfestazione e disinfezione dei locali.

Situazione simile in un bar in zona Balduina

Situazione simile rilevata dal personale in un bar con tavola calda in zona Balduina: anche qui presenza di blatte e una serie di condizioni igienico- sanitarie critiche hanno portato al provvedimento di chiusura immediata, subordinata all’eliminazione delle criticità igieniche e all’esecuzione di interventi di sanificazione ambientale. Le sanzioni amministrative contestate ammontano a circa 9.000 euro.

I controlli proseguiranno nei prossimi giorni, nell’ambito delle attività congiunte volte a garantire la tutela della salute pubblica e il rispetto delle normative igienico-sanitarie da parte delle attività commerciali della Capitale.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.