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Frosinone, reati ambientali: scoperta carrozzeria abusiva

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La Polizia Locale di Frosinone e il Nucleo dei Carabinieri Forestali di Frosinone, nell’ambito dell’attività di controllo del territorio per l’accertamento degli illeciti ambientali, hanno scoperto una carrozzeria abusiva.

Frosinone, reati ambientali: scoperta carrozzeria abusiva. L’intervento della Polizia Locale

Il soggetto non aveva alcun titolo per lo svolgimento dell’attività, come previsto dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 122.

Per tale motivo, è scattata una sanzione amministrativa (pari a 5.164 euro), con sanzione accessoria della confisca delle attrezzature utilizzate per l’esercizio dell’attività abusiva, svolta in totale spregio alle normative ambientali. I rifiuti, anche speciali e pericolosi venivano depositati in maniera incontrollata sul suolo, non impermeabilizzato.

Il soggetto è stato deferito all’Autorità Giudiziaria e dovrà rispondere del grave reato ambientale, previsto e punito dall’articolo 256 del Testo Unico Ambientale.

Il soggetto dovrà rispondere, altresì, delle emissioni in atmosfera, emesse durante le operazioni di verniciatura, anch’esse non autorizzate. Sarà chiamato inoltre a bonificare, a proprie spese, l’area interessata.

A fronte di tali gravi reati ambientali in materia di rifiuti e atmosfera, è stato disposto il sequestro penale dell’attività, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

“La Polizia Locale e il Nucleo dei Carabinieri Forestali svolgono quotidianamente un lavoro preziosissimo al servizio della comunità – ha dichiarato il Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli – La tutela dell’ambiente e della salute pubblica è una priorità assoluta per questa amministrazione, che ha a cuore la legalità, la sicurezza e il benessere dei cittadini”.

“L’attività illecita individuata evidenzia, ancora una volta, quanto sia importante mantenere alta l’attenzione sul fronte dei controlli ambientali – ha dichiarato il vicesindaco e assessore all’ambiente Antonio Scaccia – Il Comune di Frosinone proseguirà con determinazione nell’attuare tutte le misure necessarie per contrastare comportamenti illegali e per proteggere l’ambiente in cui viviamo”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di eventuali indagati in caso di indagini, ci teniamo a ricordare che quanto detto non equivale a una condanna. Le prove si formano in Tribunale e l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio. Resta dunque valida la presunzione di non colpevolezza degli indiziati.