Sono 12 i brani del nuovo album dei Baustelle. L’amore e la violenza è uscito il 13 gennaio e ha ricevuto consensi di critica e pubblico pressoché unanimi. Leggiamo insieme la recensione del loro ultimo disco.
L’album parte con una canzone strumentale, Love. Molto ritmata, introduce a un album che di ritmo, di sali e scendi, ne ha parecchi.
La prima canzone “ufficiale” è Il vangelo di Giovanni. Si capisce a primo ascolto il richiamo a Battiato.
La terza canzone è Amanda Lear. Non a caso è stata selezionata come primo singolo poiché il ritornello entra in testa sin dal primo ascolto. La scelta è ricaduta su di lei poiché personaggio pop della televisione italiana degli scorsi anni e anche perché è stata fidanzata di Salvador Dalì e David Bowie: un personaggio senza dubbio intrigante.
La canzone più bella del disco è probabilmente Betty. Sia per parole che per melodia.
Eurofestival è una canzone che richiama ancora una volta a Battiato e ha molteplici chiavi di lettura.
Basso e batteria è forse la canzone più sperimentale e meno riuscita dell’album.
La musica sinfonica si lascia sentire grazie alla candida voce di Rachele Bastreghi, che fa da contraltare alle parole malinconiche del testo.
Lepidoptera rallenta il ritmo de L’amore e la violenza, proponendo una melodia più lenta.
La vita è fatta di discese e di salite e la canzone ha lo stesso ritmo e rimanda un po’ alle tematiche e sonorità passate del gruppo.
Continental Stomp è un brano ritmato che rimanda quasi all’ultimo capitolo dell’album.
Segue L’era dell’acquario: una canzone dal gusto retrò che prende sin dal primo ascolto.
Chiude l’album la lenta e malinconica Ragazzina. E si ha già voglia di rimettere il disco da capo.
Insomma, il nuovo album dei Baustelle si discosta dal precedente poiché meno sperimentale e più coerente con l’intento “oscenamente pop” dichiarato da Bianconi. Francesco si consolida ancora come autore e anche i due libri da lui scritti fanno sì che ormai sia diventato un personaggio di primo piano della musica italiana. L’amore e la violenza è l’ennesimo capolavoro dei Baustelle. Gruppo che divide per il loro modo di fare fondamentalmente timido e anti star system, ma che qualcuno scambia per snob. Un disco più disincantato del precedente, ma che riesce subito a farsi amare da subito. Bianconi & Co. si confermano ancora una volta una delle eccezioni mainstream della musica italiana, capace di contenere melodie orecchiabili e testi di alto livello. Il trio sa quando prendersi sul serio e quando giocare e quest’alternanza tra alto e basso è tipicamente postmoderna (il riferimento a David Foster Wallace ne è una dimostrazione esemplare).
Ricordiamo che il 13 marzo saranno a Roma nel corso del loro nuovo tour di presentazione e quest’oggi saranno ospiti su Radio Deejay, alle ore 11:30.