L’AREA DI CRISI COMPLESSA UN’OCCASIONE DA COGLIERE AL VOLO.
STAMEGNA: “QUESTA VOLTA CI ASPETTIAMO FATTI CONCRETI E NON I SOLITI PROCLAMI”
“Il fallimento dell’Accordo di Programma deve essere da insegnamento. Con il riconoscimento di Area di Crisi Complessa, il territorio al nord della provincia, ha un’altra occasione che, questa volta, deve saper cogliere al volo”. Il segretario generale della Uil di Frosinone Gabriele Stamegna, chiede a tutti gli enti coinvolti nel nuovo progetto, di non ripetere gli errori del recente passato affinché possano, stavolta, concretizzare un programma potenzialmente capace di garantire un’importante ricaduta occupazionale. Il segretario della Uil, ricostruisce quanto accaduto nel recente passato: “L’Accordo di Programma – sottolinea – era stato venduto come un’importante risposta ai problemi occupazionali di una parte della nostra provincia. I politici del territorio non si sono risparmiati nel presentare la sottoscrizione come una sorta di panacea di tutti i mali, “bollando” come pessimistiche le perplessità del nostro sindacato e di altri attori sociali. Ma la realtà, come spesso accade, si è rivelata molto peggio: solo due progetti, infatti, hanno ottenuto l’approvazione in sede ministeriale. A fronte di un finanziamento complessivo di circa 80 milioni di euro, a quel punto, si sarebbero dovuti creare dai 200 ai 250 posti di lavoro, una cifra davvero bassa per i propositi e le promesse iniziali. Ma il vero dramma – evidenzia Stamegna – è che anche questo minimo contributo occupazionale è rimasto un miraggio per il nostro territorio e per chi è alla disperata ricerca di lavoro perché nulla ad oggi è stato realizzato”. L’Area di Crisi Complessa si presenta ora come la nuova occasione per ridare speranza a centinaia di famiglie ciociare: “Ci aspettiamo – rimarca il segretario della Uil – risultati e non le solite dichiarazioni. Per non perdere anche questo treno, il territorio avrebbe bisogno di un sistema imprenditoriale capace di fare progetti credibili con ricadute occupazionali vere; avrebbe bisogno di enti locali capaci di perseguire e realizzare, in loco, condizioni funzionali e rispondenti alle aspettative di un sistema economico/produttivo moderno; avrebbe bisogno di rappresentanti politici che non guardino a questa occasione come mera opportunità elettorale o peggio clientelare; avrebbe bisogno di una regia che, coniugando legalità e trasparenza, guardi alla qualità dei progetti, favorisca l’accesso ai finanziamenti ed eviti l’assalto alla diligenza, che punti a valorizzare il merito sotto ogni aspetto, e che abbia il coraggio e la capacità di andare oltre gli interessi di bottega”.