Riceviamo e pubblichiamo:
Siamo ormai ben oltre il giro di boa dall’insediamento della giunta comunale di Colleferro e, probabilmente (se non, anzi, tardivamente) è giunta l’ora di trarre le prime conclusioni sull’operato di questo nuovo team che, dopo anni di centrodestra, ha iniziato a governare la città. Che dire? Ben pochi dei punti portati avanti durante la campagna elettorale, si possono annoverare tra quelli concretamente “attuati”, a cominciare dai “cavalli di battaglia” storici, cavalcati già molto tempo prima che si iniziasse a parlare di elezioni. Le tanto millantate e sbandierate chiusure dei termovalorizzatori e delle discariche non solo non sono avvenute ma, anzi, contravvenendo ad ogni promessa gridata per più di un decennio dall’allora opposizione, ha portato alla delibera di “raddoppio” dell’attuale quantità di rifiuti sferzati nella discarica di Colle Fagiolara, così come si è persa ogni notizia della fantomatica “chiusura dei termovalorizzatori”: l’unico effetto benevolo del cambio al vertice comunale, quindi, si potrebbe registrare nella totale sparizione di tutte quelle associazioni ambientaliste che, per anni, hanno (allora, giustamente) portato avanti delle battaglie contro questi ecomostri, sparendo quasi del tutto con l’avvento della nuova giunta. Riguardo invece tematiche “minori” (che, comunque, colpiscono la cittadinanza nel quotidiano), la nostra cittadina continua ad avere preoccupanti avvisaglie d’inquinamento (che, col primo caldo, torneranno a far schizzare alle stelle i valori delle polveri sottili nell’aria), senza che sia mai stato preso vivamente in considerazione un riassetto del sistema viario della città, così da creare arterie alternative e più lontane dai centri abitati (come ad esempio il tanto decantato passaggio via Latina-via Casilina dalla rotonda di via Caduti del ’38 o come la riapertura della via Roman, che consentirebbe a più della metà del traffico di poter accedere direttamente dalla Casilina a via Degli esplosivi senza passare per il già congestionato corso Garibaldi). Probabilmente, nei piani del Comune c’è quello di scoraggiare l’utilizzo del mezzo proprio grazie al pietoso stato del manto stradale, indecente ovunque e con “picchi” raggiunti in via Casilina (quella che dovrebbe essere il biglietto da visita della nostra città per chi la raggiunge da fuori), via Latina, via degli esplosivi, via Carpinetana Nord, via Fontana dell’Oste, via Carpinetana Sud e via Fontana Bracchi, così da incentivare quello delle ruote a pedali alle quattro motorizzate; peccato che, a dispetto di quanto ci si attenderebbe da una simile logica, a Colleferro non vi siano (eccetto uno spezzone tenuto in pessime condizioni a via Caduti del ’38) piste ciclabili e, quindi, i ciclisti rischino quotidianamente la vita, dovendosi barcamenare in uno slalom rischiosissimo tra voragini ed auto a folle velocità. Se poi il deterrente a queste ultime sono gli autovelox mobili (oltretutto del tutto illegali, poiché sprovvisti di segnalazione a terra con cartello mobile, come previsto dal codice della strada che, almeno la Polizia Locale, ci si aspetta dovrebbe conoscere…) che ogni tanto compaiono in giro per le arterie a scorrimento più veloce (per salvaguardia dell’incolumità o per mera cassa?), diciamo che non c’è da sentirsi del tutto al sicuro.
Chissà se, almeno sulla diatriba sugli impianti e le società sportive, il sindaco e la giunta saranno in grado di uscirne a testa alta: comunque vada, sul reale valore del loro operato, sarà il popolo a scegliere alle prossime elezioni e, ne siamo certi, non sarà ancora disponibile a farsi fregare.