RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Tra le fila dell’opposizione, la confusione regna sovrana. Appare infatti sconcertante che le minoranze, che siedono nell’aula consiliare di Tinello Borghese, riescano a mettere sullo stesso piano incandidabilità e ineleggibilità. È vero sono stata membro dell’Organismo di valutazione per il Comune di Monte Compatri, ma all’atto della presentazione della mia candidatura, con la lista Nuovi Orizzonti, ho fatto delle opportune e puntuali considerazioni che si discostano di molto dall’interpretazione che viene data del Testo unico degli Enti locali: sulla mia eleggibilità, dunque, nessun caso”, lo scrive in una nota Eliana Villa, consigliere comunale e delegato al Personale a Palazzo Borghese.
“Sono convinta – continua Villa – che la mia posizione è del tutto legittima. Riconosco il valore di controllo delle opposizioni, ma ricordo che la loro funzione si esaurisce in questo compito: emettere sentenze e giudizi, per fortuna, non spetta né ai politici né ai giornalisti ma alla magistratura”.
“Ancora più assurdo è il fatto che abbiano preteso che il sindaco Fabio D’Acuti facesse produrre copia della mia lettera di dimissioni dall’Organismo di valutazioni: un atto depositato presso l’Ufficio relazioni con il pubblico, protocollato e facilmente reperibile tramite un normale accesso agli atti: un atteggiamento arrogante e prepotente che si discosta molto dalle parole che grillini e membri della sinistra hanno speso nel corso del Consiglio comunale di insediamento, appellandosi più e più volte a uno stile moderato e di rispetto reciproco”, aggiunge la delegata al Personale.
“Infine, resto basita nel leggere che gli attacchi più violenti arrivino da una donna che tira in ballo mio padre – conclude il consigliere Eliana Villa –. È bene sì: è stato il presidente dell’aula consiliare di Tinello Borghese e io sono orgogliosa di aver imparato da lui l’amore per la politica. Partendo dal volontariato per poi lavorare nel settore della cooperazione e nello sviluppo attraverso bandi europei. Tra le righe, vedo una sorta di sessismo al contrario: percepisco la rabbia di chi, più che gioire per il fatto che una donna ricopra un incarico elettivo e abbia una delega importante come quella che mi è stata assegnata (anche in base alla mia precedente esperienza), debba ancora accettare di aver perso la competizione elettorale dello scorso 11 giugno. E che mal digerisce il fatto di essere, per la terza volta di fila, minoranza perché bocciata dai cittadini”.