Non può vedere la figlia da 18 mesi a causa di un’ordinanza emessa dal Giudice e decide di incatenarsi davanti al Tribunale di Tivoli. E’ questa la singolare protesta scelta da un medico di 56 anni, impiegato in servizio da oltre un trentennio e con alle spalle diverse missioni umanitarie in Kosovo e Lampedusa.
“Voglio vedere mia figlia – è l’appello di Cardile, stimato dottore dirigente della ASL Rmg, lanciato attraverso l’agenzia Adnkronos – Mi è stato impedito perfino di assistere alla sua prima comunione, nel giugno 2015. La mia ex moglie, poi, dalla quale sono separato dal 2008, al termine delle vacanze dello scorso anno si è trasferita da Palestrina a Gaeta portando la bambina con sé senza avvertire. Io l’ho scoperto solo quando a settembre la piccola non si è presentata a scuola a Palestrina e la preside è venuta a sapere che era stata iscritta a Gaeta. Sono un buon padre – continua, disperato, Cardile – Nel mio fascicolo ci sono anche le dichiarazioni della preside della scuola e di altre persone che dimostrano che lo sono… Sono in regola con la giustizia, se vogliamo dire così, ma il giudice non mi permette di vedere mia figlia. Lei soffre profondamente la mia assenza. In questi 18 mesi ha perso 16 chili e lo stesso psicologo del Ctu ha presentato una perizia nel dicembre scorso che riconosce il grave stato di depressione della bambina. Eppure, nulla è stato fatto e io ho perso due anni della sua vita. E ora il giudice ha rinviato ulteriormente l’udienza a giugno prossimo. Ho diritto di vedere mia figlia, anche sentenze di Cassazione affermano che il rapporto genitore-minore è fondamentale addirittura iper i detenuti e deve avvenire in affido protetto”, prosegue Cardile, che assicura: “Non mi fermerò all’azione di oggi. Andrò avanti con la mia iniziativa. Voglio dare voce a tutti quei padri che si trovano nella mia stessa situazione e che, malgrado montagne di documenti e perizie a favore, non riescono ad avere giustizia e a vedere i propri figli”.