Un tutto esaurito ben oltre le aspettative alla Casa delle Culture per l’appuntamento con Valerio Massimo Manfredi nell’ambito della rassegna letteraria internazionale “Velletri Libris“. Oltre trecento persone hanno infatti popolato il suggestivo Chiostro dell’ex Convento del Carmine per ascoltare l’archeologo, storico e scrittore che ha presentato il suo ultimo romanzo Teutoburgo.
Insieme a lui la professoressa Antonella Prenner, dell’Università Federico II di Napoli, che ha introdotto in un ottimo intervento di stampo accademico le tematiche dell’opera, sottolineando i propositi di Manfredi nell’occuparsi di una vicenda cruciale della storia che vede protagonisti due fratelli divisi dall’odio e dall’amore per Roma in una battaglia decisiva per le sorti del mondo intero. Valerio Massimo Manfredi, non appena presa la parola, ha lodato la Casa delle Culture di Velletri ricollegandola alle sue ricerche e alle sue attività di studio: “Quando entro in posti meravigliosi come questo mi rendo conto di essere fortunato ad essere nato in Italia, questi antichi luoghi nascondono trenta secoli di storia e non possono che affascinarmi”.
Subito, poi, la precisazione sul tipo di opera: Teutoburgo è un romanzo e come tale va trattato, non ha senso parlare di “storia romanzata”, definizione che infastidisce lo stesso autore: “E’ un racconto e basta, un romanzo molto intenso e drammatico. Forse in molti potranno pensare che raccontare eventi storici con la letteratura sia improprio, ma smentisco categoricamente. Non accetto che si dica che Teutoburgo è una storia romanzata – ha detto il professore – anzi detesto questa definizione”.
La storia è un tentativo del genere umano di costruire una memoria comune, avvicinandosi al concetto astratto di verità. L’essere umano, nel tentativo di allargare i propri orizzonti, guarda al di fuori dei propri confini ed è quello che accadeva ai tempi dei romani. L’Impero vantava un terzo della popolazione romana, e non è corretto pensare – come ampiamente spiegato da Manfredi – che l’espansione verso la Germania fosse dovuta ad una velleità di far coincidere l’Urbe con l’orbe.
“I germani non avevano nulla da offrire, il loro era un terreno aspro, lo stesso Tacito definisce il clima senza mezzi termini ‘orribile’. Eppure Augusto investì persino i suoi figli adottivi per le campagne. Perché?” La risposta sta nella volontà di romanizzare anche la Germania, i cui popoli erano un incubo per l’Impero. Si andò molto vicino a questo successo politico e militare, ma il romanzo spiega anche l’intensità di un vero e proprio dramma: “Varo, convinto da Arminio, formò dei piccoli presidi che furono presi in imboscata dai germani. Fu una mattanza, il combattimento durò tre o forse quattro giorni”. Manfredi ha raccontato di aver portato una rosa al centurione Marco Celio Tauro nella valle di Teutoburgo, suscitando la curiosità di una docente che gli ha chiesto il perché di quel gesto: “Sono italiano”, rispose infatti il professore, e la collega annuì.
La serata è proseguita con vari spunti importanti, a cominciare da quello iniziale: l’espressione letteraria, ben distinta ma allo stesso tempo unita nello studioso Manfredi, consente la parzialità e di narrare anche la storia da punti di vista differenti. Nella storia dei se e dei ma, quella che non si potrebbe fare come specificato dal professore, può essere immaginato uno scenario plausibile: “Nel momento in cui Germanico si ritirò Roma perse la Germania, e la Germania perse Roma. Non ci sarebbero state invasioni altrimenti, l’Europa era già fatta. Le conseguenze sono vive ancora oggi, torna alla mente il confine del Reno – ha constatato Manfredi rimandando all’attualità – e dobbiamo fronteggiare oggi un film già visto che sappiamo come è andato a finire”. L’ultimo grande tema affrontato prima della chiusura dell’evento, insieme alla professoressa Prenner che ha dato lo spunto, è stato quello della paura: “Teutoburgo ha scatenato una paura – ha dichiarato l’archeologo – che è durata nei secoli. Sono ripartito da qui e grazie alle letteratura, che ricrea la vita ed è un vantaggio rispetto alla ricostruzione scientifica, è venuto fuori un romanzo”.
I tanti applausi hanno coronato la buona riuscita dell’iniziativa, organizzata dalla Mondadori Bookstore di Velletri. Proprio il titolare della Libreria Guido Ciarla ha ringraziato il professor Manfredi, la professoressa Prenner e gli sponsor Banca Popolare del Lazio, Allianz Assicurazioni, Casale della Regina e Piana dei Castelli. Degustazioni, un calice di vino e tantissime copie firmate dall’autore che si è intrattenuto per qualche minuto con tutti i cittadini che gli si sono avvicinati. Un successo ben oltre le aspettative, dunque, e “Velletri Libris” si conferma su livelli alti grazie ai grandi nomi che arrivano in città.
Prossimo appuntamento venerdì 14 luglio alle ore 19.00 con la giornalista Alessandra Sardoni che presenterà il suo ultimo libro, Irresponsabili, edito da Rizzoli.