E’ come un vecchio amico. Di quelli dei quali ti puoi fidare ciecamente, perché sai che non ti tradirà mai. Così è il “Festival Nazionale dei Conservatori Italiani” che, ieri sera, ha vissuto il Gran Galà inaugurale, offrendo una serata con emozioni forti, ovviamente in musica.
Nei saluti iniziali il sindaco Nicola Ottaviani, chiamato sul palco dalla presentatrice Mary Segneri, ha ricordato “l’importanza di una manifestazione che è diventata un punto di riferimento importante culturale non solo per la città di Frosinone, cui dà enorme lustro, ma anche a livello nazionale. Tra l’altro, nell’edizione di quest’anno, con la fusione della formula nazionale con quella europea celebriamo quel valore dell’integrazione che è alla base base della nostra cultura e di quella del continente. Un’edizione che vede anche l’importante tra sinergia tra pubblico e privato a significare che, quando le energie buone del territorio si uniscono, si possono ottenere risultati importanti”.
Un valore rimarcato anche nei loro interventi da Raffaele Ramunto (director’s event) che ha ricordato come il Festival, nato da una semplice scommessa, oggi sia diventato una realtà affermata, dal consigliere comunale delegato ai grandi eventi Gianpiero Fabrizi che ha sottolineato come la rassegna rappresenti un’occasione di crescita, e dal maestro Alberto Giraldi, diretto del Conservatorio “Refice”, che ha voluto mettere in primo piano il proficuo dialogo collaborativo tra enti pubblici.
Emozionante il momento in cui i vincitori della scorsa edizione, i “Glutenfree Trio” del Conservatorio di Pescara, hanno detto che “con il premio dello scorso anno abbiamo potuto realizzare il nostro sogno: quello di incidere il nostro primo disco che uscirà a settembre. Inoltre, per noi il Festival di Frosinone è stato un grande trampolino di lancio visto che siamo stati, ad esempio, chiamati a suonare all’Istituto di Cultura di Istanbul con artisti del calibro di Alain Caron”.
Nella serata di ieri è stata annunciata anche la presenza del primo grande ospite di questa quinta edizione: il regista Stefano Reali il 29 luglio sarà a Frosinone, ma le sorprese non finiscono qui e saranno svelate nei prossimi giorni.
Dopo le prime emozioni, quindi, domani sera il Festival regalerà un altro grande evento: il concerto della “Italian West Side Big Band” che presenterà il disco “Blue Tone”. Giancarlo Canini, Marco Tiso e gli special guest Aldo Bassi, Eugenio Colombo, Maurizio Giammarco e Giancarlo Schiaffini sono pronti a donare al pubblico momenti intensi con un repertorio musicale di alto livello. Come scrive Luigi Onori, il vero protagonista di questo album è l’utopia: un musicista (Giancarlo Canini) si fa produttore e, investendo in proprio, corona il sogno di realizzare un intero album dedicato all’orchestra jazz. “Il nostro punto di riferimento – ha detto il sassofonista – è quello delle big-band degli anni ‘60, come quella di Quincy Jones”.
Per dar corpo al sogno, per rendere realtà l’utopia ha coinvolto Marco Tiso nella triplice funzione di compositore di gran parte dei brani, arrangiatore e direttore d’orchestra. Tiso, per sua diretta ammissione, propone una concezione “mainstream” dell’orchestra (Thad Jones / Mel Lewis, tanto per intendersi) che non ha nulla di passatista ma esalta una dimensione della big-band storicizzata aprendola, però, a suggestioni e visioni più contemporanee (basti pensare al solo di sax soprano di Eugenio Colombo in “Chase The Phantom”). Ecco, peraltro, una delle “sorprese” di questo album: la possibilità di sentire i brani, e gli arrangiamenti, di uno dei nostri maggiori compositori che poco ha potuto documentare discograficamente il proprio lavoro, lavoro che spazia dal musical alla docenza nei conservatori in ambito jazz e pop. In questo senso Marco Tiso è il degno erede di Bruno Tommaso e ne condivide la non voluta perifericità che contrasta con l’indubbio valore musicale e didattico.
Non resta che ascoltare e farsi rapire dalle emozioni.