Riceviamo e pubblichiamo:
Sandro Caratelli, consigliere anziano del Movimento 5 Stelle, ha aperto la prima seduta del Consiglio comunale di Ardea. “Pronunciare proprio qui queste parole per me è una grandissima emozione e soddisfazione – ha detto interrotto più volte dalle lacrime – Rappresenta la realizzazione di un sogno, la concretizzazione di una speranza che non è solo mia perché è stata condivisa e abbracciata da quei nostri concittadini che hanno seguito, sostenuto e incoraggiato il nostro gruppo nel corso di questi anni di attivismo e di battaglie per il nostro territorio. Questa speranza è anche una responsabilità che pesa sulle nostre spalle. Ne siamo pienamente consapevoli. E lo siamo sempre stati, sin dal giorno in cui abbiamo accettato di presentare la nostra candidatura nel rispetto dei principi e delle regole del Movimento 5 Stelle. Abbiamo constatato la grave situazione finanziaria e amministrativa del nostro Comune e che abbiamo pronunciato in passato più volte. Quella voce alle urne ha parlato in modo molto chiaro: ci ha chiesto di voltare pagina. Vogliamo fare di questo Consiglio una casa di vetro e un punto di raccolta delle migliori idee e capacità che il nostro territorio esprime: per questo saremo aperti a idee, consigli e critiche costruttive. Per noi un’idea non è di destra o di sinistra: è semplicemente buona o cattiva. E noi, davanti a una buona idea, non esiteremo mai a sostenerla e a farla nostra, chiunque la proponga, anteponendo sempre alle etichette politiche l’interesse dei cittadini. Questo lo ricordo anche ai colleghi dell’opposizione: se eserciteranno il loro ruolo in modo costruttivo, noi non commetteremo l’errore di restare sordi per opportunismo. E saremo sempre pronti ai confronti nel merito. La nostra aspirazione è costruire un futuro per Ardea, per il nostro paese, che sia all’altezza del suo glorioso passato e del suo incredibile patrimonio artistico e culturale, la nostra prima e irrinunciabile risorsa da valorizzare. Perché una città più antica di Roma non può e non deve rassegnarsi a essere solo un dormitorio di Roma. Non possiamo arrenderci, proprio perché la nostra Ardea non l’abbiamo ereditata dai nostri padri: l’abbiamo soprattutto presa in prestito dai nostri figli. Dobbiamo farlo per loro, ma non possiamo farlo senza di loro: e proprio dall’istituzione più vicina, il Comune, vogliamo che rinasca quello spirito di partecipazione collettiva che è, per noi, non un semplice obiettivo ma l’essenza stessa del Movimento di cui facciamo parte”.