Sembra non conoscere fine la crisi idrica che sta colpendo ormai da diverso tempo la capitale e tutti i comuni della provincia. Già da parecchi giorni il gestore dell’acqua ha imposto una turnazione del servizio, razionando l’acqua per cercare di gestire al meglio le risorse. Una strategia che, inizialmente, era stata pianificata per quindici comuni e che – nelle ultime ore – ha visto l’aggiunta di centri come Zagarolo, Monte Compatri, Rocca Priora, Rocca di Papa, Grottaferrata e Lariano, superando di fatto le venti unità.
La Regione sta studiando una soluzione d’emergenza per tamponare i disagi, anche se al momento non sono in calendario incontri con Acea per far fronte al problema. L’unica notizia certa è che, a partire dal prossimo 28 luglio, il gestore idrico non potrà più approvvigionarsi dal bacino del Lago di Bracciano, il cui livello è sceso pericolosamente di quasi due metri a causa dei continui prelievi ed è ormai a rischio crisi ambientale.
Se da un lato la stessa Acea paventava turnazioni più rigide anche per la capitale, dall’altra parte è arrivata la risposta di Nicola Zingaretti che ha chiesto all’azienda di “formalizzare una proposta alternativa”, ponendo l’accento sul fatto che l’interruzione del flusso idrico per otto ore al giorno nel Comune di Roma rappresenta un’esagerazione. Il Presidente della Regione, dal canto suo, ha proposto di innalzare il prelievo da altre fonti.