Ecco la nota di Daniela Bianchi, Consigliera Regionale del Lazio (Gruppo Insieme per il Lazio) e componente delle Commissioni Ambiente e Sviluppo della Pisana.
È legittima la preoccupazione dei cittadini di Anagni sull’ipotesi di rinnovare l’autorizzazione all’impianto di incenerimento della Marangoni. Con il capogruppo del PSI in Consiglio Regionale e presidente della Commissione Sviluppo Daniele Fichera, lo scorso 27 marzo, proprio per prevenire la situazione, presentammo un’interrogazione urgente all’Assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini per avere chiarimenti sulla questione.
Visto lo stato attuale delle cose, sarebbe utile discuterla nel prossimo Consiglio regionale per capire meglio il percorso autorizzativo dell’impianto. Come ricordato anche nell’interrogazione presentata, la Valle del Sacco è stata colpita dall’inquinamento, ma allo stesso tempo ha saputo mantenere intatta parte della sua bellezza ed identità che oggi va ricostruita e curata.
Per questo, dopo approfondite valutazioni, andrebbe limitato qualsiasi progetto che possa rallentare l’azione di risanamento o peggiorare la qualità dell’ambiente e la salute delle persone. In questa difesa però dobbiamo esserne tutti convinti, a partire dalla Provincia di Frosinone che deve assolvere il suo ruolo fino in fondo.
Per di più mi appello anche alla responsabilità sociale di impresa della Marangoni, che dopo aver lascito a casa centinaia di dipendenti con la chiusura dello stabilimento di Anagni, oggi pretende di mantenere su quella stessa area un impianto di incenerimento che occuperebbe poche decine di lavoratori.
Senza entrare nelle competenze tecniche della valutazione, che spettano agli uffici, si dovrebbe tenere conto che l’inceneritore nel lontano 2001 era nato per affiancare un sito produttivo oggi chiuso. Anche se la cosa più importante resta il fatto che l’autorizzazione a proseguire l’attività di combustione dei pneumatici va contro qualsiasi principio di economia sostenibile che come Regione stiamo portando avanti.
A partire da investimenti in innovazione e nell’istituzione anche nella zona industriale di Anagni delle Apea, aree produttive a impatto zero dove le aziende collaborano per attivare un’economia circolare, senza rifiuti e senza impianti di incenerimento. In questo caso invece il progetto “Marangoni” prevede addirittura l’impiego di rifiuti fuori dalla nostra provincia per alimentare una centrale elettrica.
Dovremmo invece mandare un segnale diverso alle aziende che voglio investire nella Regione, sostenendo l’apertura di impianti innovativi, sostenibili e in linea con l’idea che un nuovo sviluppo per la Valle del Sacco è realizzabile.