Venerdì 25 Marzo 2016 a Colleferro si è celebrata la via Crucis e il corteo ha percorso le vie cittadine, soffermandosi anche davanti l’Ospedale cittadino, Leopoldo Parodi Delfino, per dedicare una supplica ai malati e alle loro famiglie.
Quest’anno una preghiera devono averla detta anche i lavoratori della SO.I.M. di Colleferro, preoccupati per sé e per il futuro della società che vanta a buon diritto un credito di 2 milioni e 200 mila euro nei confronti della Asl Rm5, in quanto committente dell’appalto, e quindi della regione Lazio.
La preoccupazione maggiore per le maestranze e per il titolare della società è data dal fatto che la dirigenza aziendale della Asl non risponde alle richieste di saldare i lavori eseguiti, nonostante le manifestazioni e le proteste davanti l’Ospedale, per rivendicare che “i diritti dei lavoratori e delle imprese non sono più tutelati da nessuno!”
Da circa 5 mesi infatti la SO.I.M. – subentrata nel 2013 nella prosecuzione dei lavori di completamento dell’Ospedale di Colleferro – ha concluso la ristrutturazione della nuova ala più altri locali e comprende la farmacia, la morgue, i nuovi reparti di chirurgia e otorinolaringoiatria per grandi e piccoli pazienti, con un’area ludica e di svago, i nuovi laboratori analisi ed il nuovo reparto psichiatrico.
Dal 2013 ad oggi le sue strutture assistenziali e l’offerta di servizi da parte della sanità locale sono state al centro di severe scelte, accompagnate da aspre critiche, che hanno visto confrontarsi interessi contrapposti, in cui si è avvertito il diverso peso dei rapporti di forza tra i contendenti in campo; una situazione che ha avuto immediate ripercussioni sugli operatori, sugli utenti e sui soggetti economici a vario titolo interessati.
In questa primavera che si preannuncia “calda” per l’imminente campagna elettorale di Roma il governatore Zingaretti in importanti occasioni pubbliche ha preannunciato gli interventi della regione Lazio a favore della sanità locale, ha elencato le disponibilità dei fondi europei, secondo un piano di investimenti che va dall’Ospedale di Subiaco fino all’Ospedale dei Castelli romani, escludendo quelli di Colleferro e Palestrina.
La politica sanitaria è fatta di programmazione e di annunci (salvo poi verificare quanto delle promesse viene realizzato), ma qui non siamo in presenza di un impegno politico preelettorale, ma di opere già realizzate e addirittura garantite da fondi stanziati dal Ministero della salute.
Una volta terminati i lavori e consegnati ai committenti anche alcuni locali (proprio in coincidenza delle elezioni amministrative di Colleferro del maggio 2015), la SO.I.M si è legittimamente rivolta alla Asl Rm5 per il saldo delle opere pubbliche, ma alle richieste prime formali, poi legali, non vi è stata alcuna risposta.
La società lamenta di non conoscere le ragioni per le quali l’Azienda sanitaria si neghi anche agli avvocati e si rifiuti di interloquire con il titolare.
E’ stato sollecitato anche l’intervento del Sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna che, insieme ai Sindaci della valle del Sacco, difendono l’Ospedale e reclamano l’apertura della nuova struttura, perché la centralità e il carattere territoriale del presidio di Colleferro rappresenta un servizio primario per circa 70 mila utenti della valle del Sacco.
Ricordiamo che il 1° marzo 2016 i Sindaci di Colleferro, Gavignano, Segni, Paliano, Gorga, Valmontone, Carpineto Romano, Serrone, Anagni, Artena si sono incontrati con il Direttore generale dell’Asl Rm 5, Vitaliano De Salazar, per esaminare i problemi relativi all’Ospedale cittadino.
In quella sede la questione relativa al pagamento alla SO.I.M. e alla disponibilità al pubblico della nuova ala è stata rinviata all’esame del Nucleo di valutazione della Regione.
L’incontro si è concluso con l’impegno del Direttore generale De Salazar a verificare quanto proposto dai Sindaci e a dare riscontro entro 30 giorni.
Nel frattempo il Nucleo di valutazione ha eseguito e chiuso l’istruttoria per una soluzione positiva della richiesta e ha rinviato la questione per l’ulteriore iter amministrativo alla Asl e alla regione Lazio, dove, senza una ragione plausibile, sembra essersi definitivamente arenata.
A nulla sono valse le sollecitazioni per il rispetto degli accordi contrattuali e i richiami al buon andamento della pubblica amministrazione.
Sono stati quindi esperiti più volte tutti i possibili tentativi politico-legali per evitare il ricorso agli avvocati, ma l’impresa alla fine si è vista costretta a diffidare la Asl Rm5 e a chiedere la risoluzione in danno del contratto.
La cosa sbalorditiva è l’assoluto silenzio dell’Azienda sanitaria, il danno per la collettività che è incolpevolmente privata di servizi primari essenziali, mentre le maestranze dell’impresa hanno trascorso una Pasqua non troppo serena.
Qual è il vero motivo per il quale il Direttore generale De Salazar si è reso irreperibile e per quali ragioni non si vuole rendere operativa la nuova ala dell’Ospedale di Colleferro?
Ina Camilli
Rappresentante Comitato residenti Colleferro