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Roma, Polizia Locale e ordine pubblico, il Comandante Porta dispiega uomini al fianco dei militari. UGL: “Basta nascondersi, la politica faccia chiarezza”

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Coloseeo tentata rapina

Tutto è iniziato con la circolare del 6 Settembre, con la quale il Questore Marino, chiedeva al Comando Generale del Corpo di Polizia Locale, di disporre I propri agenti al fianco dei militari presenti nell’area Colosseo, per ragioni di sicurezza del sito. Immediata la reazione dei Sindacati, cui non era sfuggito, come l’ordine del Questore altro non fosse che l’ennesimo impiego in servizi di sicurezza pubblica ed ordine pubblico, non riconosciuti istituzionalmente al Corpo.

Nemmeno due giorni, ed il Comandante Generale del Corpo, Dott. Diego Porta, con una circolare, recepisce pedissequamente le disposizioni della Questura, sebbene con fumosi richiami ai compiti di polizia stradale ed alla sicurezza dei caschi bianchi romani, degni dei più sofisticati bizantinismi.

“Il Comandante Porta non si nasconda dietro lacunose spiegazioni che vedrebbero I suoi agenti impegnati con l’esclusivo compito di controllare l’accesso all’area dei veicoli autorizzati”, tuona Marco Milani, coordinatore romano della UGL Polizia Locale. ” Se davvero così fosse, I caschi bianchi dovrebbero essere collocati all’inizio ed alla fine dell’area interdetta dalla circolazione veicolare e non al suo interno, in prossimità di veri e propri check point militari, con tanto di barriere in cemento, antisfondamento. Il Corpo dipende dal Sindaco e dal suo Comandante Generale, se e quando esegue disposizioni del Questore espleta servizi di Ordine Pubblico”.

Rincarano dal Sindacato. “Chiediamo al Campidoglio di chiarire immediatamente la vicenda ed invitiamo il Ministro Minniti, a specificare in una legge di Riforma, una volta per tutte, quale sia il progetto del Governo, sul ruolo delle Polizie Locali in un mutato contesto di sicurezza urbana ed internazionale” Così Sergio Fabrizi, RSU eletto nelle liste UGL. “Nelle more, il Sindacato tutelerà legalmente ogni agente che dovesse decidere di non prestarsi a pericolosi ed indebiti servizi, in quanto privo di tutele giuridico previdenziali e dei dispositivi di protezione individuale, allo scopo previsti”, concludono dalla UGL.