Sabato 21 ottobre alle 17, nella Sala Conferenze del Museo della Città e del Territorio di Cori, si terrà la presentazione del libro ‘Nostalgie del campanile’ di ORTENSIO CHIARI (1892-1964). L’incontro, cui sarà presente il Sindaco Mauro De Lillis, fornirà l’occasione per scoprire questo grande intellettuale e scrittore corese che quasi nessuno conosce, ma che tutti potranno sicuramente apprezzare dopo averne conosciute le opere, da ‘Nostalgie del campanile’ fino a ‘Colloqui’. “Ortensio Chiari racconta la Cori dei primi decenni del secolo scorso – spiega Pietro Vitelli, scrittore ed ex sindaco di Cori, che presiederà l’incontro – e facendolo ci fa capire chi siamo noi oggi”.
Perfetto sconosciuto fino ad ora, ORTENSIO CHIARI (1892-1964) nacque da famiglia benestante a Cori. Rimasto orfano precocemente, fu costretto a trasferirsi a Roma per lavoro. Non ancora ventenne partì nel 1911 come civile assieme alle truppe coloniali che il governo Giolitti inviò in Libia a combattere contro i Turchi. Dopo tre anni tornò in Italia e partecipò come ufficiale alla prima guerra mondiale. Nel 1917 durante la disfatta di Caporetto fu fatto prigioniero e inviato in un campo di concentramento in Germania. Ritornato in Italia all’inizio del ‘19 cominciò a interessarsi di problemi sindacali e fu eletto dirigente degli impiegati privati. Si interessò inoltre del movimento mutualistico e contribuì a creare enti e istituti assistenziali dei quali fu poi direttore generale. Pur impegnato in molteplici attività continuò lo studio dei classici di cui era appassionato. Pubblicò, su riviste e giornali, novelle e bozzetti e intanto veniva componendo le sue opere principali: 1 ‘Nostalgie del campanile’ che parla dello svolgersi della vita del suo paese nei primi due decenni del ‘900. 2 ‘Le nostalgie della guerra (1911-1922)’, che ricorda le sue esperienze in Libia e nella prima guerra mondiale. 3 ‘Le nostalgie del ventennio (1922-1943)’. 4 ‘Le nostalgie della liberazione (1944-1956)’. In più ha pubblicato il libro ‘L’anima nella prigione di carne’, in cui ha ritratto con una valenza psicologica notevole vari protagonisti della musica, da Beethoven a Rossini, e della letteratura, da Cecco Angiolieri a Jacopone da Todi. Ha inoltre scritto il libro ‘Colloqui’, in cui immagina di dialogare con personaggi, come Ovidio, Orazio e Lucrezio Caro o più moderni come San Benedetto e Savonarola, che hanno fatto la storia. Ha poi scritto libri sul diritto del lavoro come ‘L’assistenza di malattia ai lavoratori del credito’: egli era un’autorità in questo settore ed eravamo appena nel 1939. Ha collaborato con Il Messaggero, Il Secolo d’Italia, Il Corriere d’Italia. È stato direttore delle riviste ‘Mutualità e Previdenza’ e ‘La Civiltà del Lavoro’.