<Il silenzio sceso in questi giorni sulle sorti di Anagni, dopo le dimissioni annunciate dal sindaco nell’ultima seduta del consiglio comunale, è surreale>.
Esordisce così il Consigliere indipendente Giuseppe De Luca intervenendo sulla “crisi politica della città. <In qualità di consigliere sento il dovere di romperlo. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo e noi amministratori abbiamo il dovere di raccontarlo, con chiarezza e semplicità. Per quanto mi riguarda, segnalo che ormai da mesi, per quelle definite dal sindaco “beghe” e da altri “crisi”, la maggioranza non si riunisce, di fatto paralizzando l’azione politica e amministrativa.
Nell’ultimo consiglio comunale, dopo il discorso del sindaco mi sarei aspettato un confronto con le forze chiamate in causa, ma queste hanno preferito abbandonare l’aula, senza fornire alcuna spiegazione all’assemblea e soprattutto ai cittadini. Molti esponenti politici giustificano il proprio operato invocando il “senso di responsabilità”, ma io credo che la responsabilità sia qualcosa di diverso, e cioè la consapevolezza di dover rispondere delle conseguenze delle proprie azioni.
E’ il momento che ciascuno chiarisca con coraggio le proprie posizioni e che si verifichi se ci sono o meno le condizioni per un’intesa che porti a dare risposte ai cittadini. Senza una linea condivisa non ritengo infatti che qualche pacca sulle spalle da parte delle alte sfere politiche possa aiutare l’amministrazione a raggiungere i suoi obiettivi.
Purtroppo lo spettacolo al quale stiamo assistendo, e soprattutto il silenzio che avvolge questo passaggio politico che necessiterebbe invece della massima trasparenza, sembrano andare nella direzione opposta a quella di un confronto aperto e produttivo.
E’ proprio questo confronto che l’amministrazione sembra voler evitare, deludendo ancora una volta le aspettative di chiarezza dei cittadini, e da questa scelta di silenzio, forse imbarazzato, certamente imbarazzante, come consigliere comunale prendo le distanze nella speranza di contribuire a un estremo atto di resipiscenza>.