Domenica 17 aprile si vota in tutta Italia per il referendum riguardante le trivellazioni. Tutti sanno le motivazioni e sono liberi di valutare se andare o astenersi. Noi spieghiamo brevemente alcune delle motivazioni pro e contro le alternative.
Perché andare a votare al referendum? Perché i referendum sono gli unici spazi di democrazia diretta. Perché la soglia minima è stata innalzata e l’unico modo per raggiungere il quorum è recarsi alle urne. Perché il voto ha assunto una connotazione politica fortemente antigovernativa, soprattutto dopo la vicenda Guidi. Perché non sono state accorpati elezioni comunali (attualmente confermate per il 5 giugno) e referendum, con conseguente aumento dei costi pubblici e difficoltà nel raggiungere il quorum. Perché il Governo invita craxianamente ad astenersi. Perché è una anticipazione del referendum di ottobre.
Perché non andare a votare al referendum? Perché tanto chi vota No non ha alcun interesse nell’andare a votare. Perché quasi sicuramente non verrà raggiunto il quorum. Perché ci sono quesiti più importanti di cui discutere. Perché si è a favore del Governo. Perché è strutturato male. Perché ha assunto una connotazione politica.
In estrema sintesi, queste sono le ragioni di chi andrà e votare e chi no. A prescindere, non invitiamo a votare Sì o No, ma soltanto a farvi riflettere sui due punti di vista (a cui ognuno è libero di aggiungere altre motivazioni) per prendere la decisione che si ritiene migliore in vista di domenica 17 aprile 2016. Ricordiamo che il Sì abroga la legge tutt’ora in vigore, mentre il No la conferma.
Chi comunque volesse informarsi meglio, perché indeciso se votare Sì o No, può conoscere le motivazioni dei punti di vista cliccando su questo link.