Di seguito, una nota ricevuta che riguarda il fiume Sacco, nello specifico la zona di Ceccano, con le parole di Ciacciarelli:
La presenza di un fitofarmaco nel Fiume Sacco, simile per struttura ed affine chimicamente ad un pesticida, riconosciuto come possibile agente cancerogeno e, pertanto, ritirato dal commercio, con concentrazione massima nel tratto fluviale di Ceccano, come accertato da un recente campionamento delle acque, è un dato oggettivo che attesta il livello di contaminazione del Fiume, e quindi una minaccia concreta alla locale flora e fauna. Arpa Lazio nella sua relazione attesta che il quantitativo della sostanza rilevata nel tratto ricadente nel comune di Ceccano è superiore di almeno un ordine di grandezza rispetto ai limiti generalmente previsti per gli standard di qualità ambientale. Ritengo, quindi, che date le criticità ambientali che si riscontrano nel Sin Sacco circa l’inquinamento del suolo e delle acque, a cui si aggiunge l’inquinamento atmosferico per polveri sottili pm10 ed ultra sottili pm 2.5 che, dato l’effetto pendolo, si muovono quotidianamente lungo un asse Nord Sud, interessando l’intero territorio provinciale, è fondamentale non perdere letteralmente ulteriore tempo in incartamenti burocratici ed avviare un processo di sanificazione dell’ area, tenendo conto anche del recente dossier che l’ Ispra ha inviato al Ministero dell’Ambiente, ove stila una black list dei siti che necessitano di un intervento prioritario.
Nel contempo, ritengo che lo studio epidemiologico, ad oggi fermo, non possa essere congelato, poiché è fondamentale studiare e quindi analizzare la concentrazione di specifiche patologie in determinate aree per avere un quadro, che definirei clinico ed ambientale, dettagliato, necessario ad operare in modo incisivo, per cui faccio appello alla Regione, affinché si attivi.