Non accenna a risolversi la questione relativa al dissesto finanziario della Fiorucci spa di Pomezia, con i lavoratori costretti ormai da svariati mesi ad espletare il loro incarico senza le dovute garanzie contrattuali. Ad aggiungere ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato la nuova richiesta della società di raddoppiare i contratti di solidarietà. Una mossa che ha scatenato la nuova reazione del Partito Comunista dei Castelli Romani, sempre in prima fila nel combattere questa battaglia al fianco dei lavoratori, che attraverso un comunicato stampa ha ribadito la sua ferma posizione in merito alla vicenda, auspicando altresì il sollevamento dall’incarico di chi è stato il vero artefice del buco di bilancio.
“Alla Fiorucci continua l’attacco ai diritti e al salario dei lavoratori con la richiesta aziendale di raddoppio dei contratti di solidarietà – si legge -. Come Partito Comunista dei Castelli Romani avevamo chiesto il licenziamento dell’amministratore delegato, ex Parmalat, che ha prodotto danni incalcolabili, perdite per oltre 200 milioni di euro, accordi con i sindacati collaborazionisti che hanno firmato per ridurre orario e salario ai lavoratori in cambio dell’assunzione di propri parenti e amici nelle cooperative esterne, che tolgono il lavoro proprio ai lavoratori della Fiorucci che essi dovrebbero rappresentare.
Nel 2017 la multinazionale spagnola ha licenziato il precedente amministratore delegato, ex Parmalat, e ha piazzato un suo uomo spagnolo alla guida della società. Purtroppo i risultati sperati non sono assolutamente arrivati: il nuovo amministratore spagnolo della Fiorucci non ha cancellato i precedenti accordi con i sindacati collaborazionisti e non ha cacciato le cooperative esterne di parenti e amici di quelli che hanno votato “si” all’accordo truffa.
Tra i lavoratori della Fiorucci in queste ore si sta discutendo con grande preoccupazione e rabbia dell’ennesimo insuccesso del management. In questi giorni sono stati buttati al macero a causa di ricette sbagliate migliaia di quintali di salumi per un valore di diversi milioni di euro: un esperimento non riuscito di un salame per i celiaci senza farina di latte, con una polverina “magica” che non ha legato con il salame. Chi pagherà il conto dell’ennesimo disastro della Fiorucci? L’Amministratore delegato spagnolo ha ammesso l’errore, ma ha chiesto ai lavoratori ulteriori sacrifici con il raddoppio dei contratti di solidarietà da tre a sei giorni al mese, tanto per iniziare, tanto per cominciare ad ammortizzare i danni delle ricette sbagliate.
Adesso è ormai evidente a tutti che la firma dell’accordo con l’azienda è stato un clamoroso errore, poiché tutti i sacrifici imposti ai lavoratori (riduzione di orario, di salario e di diritti) sono stati assolutamente inutili. Vergognoso il comportamento dei sindacati collaborazionisti, che si sono dichiarati subito a favore dell’azienda in questo ulteriore attacco ai diritti e al salario dei lavoratori e che non convocano l’assemblea per paura della dura reazione dei lavoratori.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede che venga subito convocata un’assemblea dei lavoratori e venga indetto un referendum per bocciare questa proposta irricevibile. Le ricette sbagliate e gli errori del management aziendale della Fiorucci, che hanno prodotto danni per quasi dieci di milioni di euro, non possono essere pagati con ulteriori sacrifici da parte dei lavoratori.
Adesso è chiaro il motivo per cui il nuovo amministratore delegato ha lamentato nell’assemblea di dicembre con i dipendenti di clamorosi, quanto misteriosi e fantasiosi, aumenti del prezzo delle materie prime per 8 milioni di euro. La verità è che la Fiorucci sta sempre di più esternalizzando le fasi della produzione, comprando prodotti finiti da etichettare con marchio Fiorucci piuttosto che materie prime da lavorare. Anche un bambino capirebbe che in questo modo si comprimono i margini e la redditività, si riduce il lavoro in azienda e si arriva sicuramente ad un altro anno di pesanti perdite, che saranno – come sempre – riciclate con operazioni di transfer pricing nel bilancio consolidato mondiale della multinazionale spagnola/messicana.
Parallelamente alcune produzioni, come quella dei wurstel, sono state spostate in Spagna, chiarendo le vere politiche che stanno attuando gli spagnoli ai danni delle produzioni degli stabilimenti italiani, togliendo il lavoro ai lavoratori della sede di Santa Palomba.
I risultati disastrosi delle politiche del nuovo amministratore delegato della Fiorucci sono sotto gli occhi di tutti i lavoratori: la maggior parte degli impianti di produzione vengono spenti e la produzione è ferma. A causa di questi errori disastrosi, il management aziendale e i sindacatati collaborazionisti adesso presentano il conto ai lavoratori chiedendo ulteriori sacrifici e un aumento dei giorni dei contratti di solidarietà.
Avvisiamo l’amministratore delegato spagnolo e i sindacati collaborazionisti italiani: spostare le produzioni in Spagna e chiedere all’INPS di intervenire con fondi pubblici italiani per ripianare operazioni di transfer pricing è una palese truffa ai danni dello Stato Italiano. La denuncia è già pronta.
Il Partito Comunista dei Castelli Romani è a fianco dei lavoratori Fiorucci, che sono preoccupatissimi per le dissennate e fallimentari politiche della direzione aziendale, dettate solo dagli interessi della multinazionale spagnola.
I lavoratori della Fiorucci devono rialzare la testa (come alla SDA corrieri di Pomezia) e devono bocciare gli accordi sottoscritti dai sindacati collaborazionisti (come in Almaviva, come in Alitalia), costruendo un sindacato di classe e collegando la loro lotta a quella delle altre realtà romane”.