Un guasto, l’ennesimo di questo turbolento inizio di 2018 che – se possibile – ha fatto ulteriormente scendere il grado di stima dei pendolari che quotidianamente usufruiscono dei servizi offerti dalle Ferrovie dello Stato.
Come se non bastassero le precarie condizioni di alcuni mezzi, ad ostacolare la normale routine dei viaggiatori stavolta ci si è messo anche il fato: a rompersi è stato infatti uno dei mezzi in circolazione alle prime luci dell’alba, la cui avaria – avvenuta nei pressi di Valmontone – ha di fatto bloccato il normale flusso del traffico ferroviario della mattina, in attesa che il convoglio venisse spostato lungo la stazione di Zagarolo liberando così la corsia di marcia in direzione Roma.
Ne è scaturita una nuova mattinata di ritardi, che ha coinvolto tutti i viaggiatori delle prime ore del mattino, ossia la fetta principale di pendolari che usufruisce del treno per raggiungere il luogo di lavoro. E la giustificazione del guasto ormai non regge più, perché se è vero che Trenitalia è sempre pronta a sciorinare dati relativi al suo grado di efficienza, è altrettanto vero che nessuno ammette con onesta quali e quanti siano stati gli inconvenienti nel corso dell’anno.
Una politica di propaganda che mette in cattiva luce la stessa azienda, la quale – se continua a diffondere dati relativi alle presunte, altissime percentuali di puntualità e affidabilità – altro non fa che aumentare la rabbia di chi vive costantemente e quotidianamente un certo tipo di problematiche. Perché non c’è dubbio che un treno rotto alle sei del mattino di una giornata lavorativa sia enormemente più incisivo di un convoglio che arriva puntuale in un sabato pomeriggio.
Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, ma già ammettere che ci debba essere qualcosa da migliorare potrebbe costituire un grosso passo in avanti alla ricerca di un’utopica regolarità dei mezzi, cercando di risolvere i problemi passo dopo passo e – soprattutto – ascoltando le esigenze di chi i mezzi li “cavalca” ogni giorno, ossia gli stessi pendolari.