Gli agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta del Sostituto Procuratore del pool “reati contro il patrimonio”, nei confronti di P.F., romano di 51 anni, con numerosi precedenti di polizia, nonché ad una ordinanza applicativa di misura cautelare personale con collocamento in comunità, emessa dal GIP del Tribunale per i Minorenni, su richiesta della Procura specializzata, a carico di un 16enne, nei confronti del quale sono stati raccolti gravi e concordanti indizi di colpevolezza in ordine alla commissione, in concorso tra di loro, di almeno 7 episodi di tentata estorsione, furto aggravato di smartphone, tentata estorsione aggravata dall’uso di arma giocattolo priva del tappo rosso, lesioni personali e porto abusivo di coltello ai danni di quattro 16enni.
Le indagini, svolte dalla squadra di polizia giudiziaria del commissariato San Giovanni, diretto da Mauro Baroni, hanno permesso di accertare che l’episodio scatenante, avvenuto nello scorso settembre, sarebbe stato la sottrazione di una cassa acustica per cellulare, del valore di circa 200,00 euro, da parte di un gruppo composto da alcuni minori, fra cui il 16enne destinatario delle misura cautelare e, dal P.F.. La pretesa ed ottenuta restituzione del predetto accessorio da parte del giovanissimo proprietario, ha scatenato una serie interminabile di eventi criminosi, materialmente perpetrati dal minore, ma ideati e ispirati dal pregiudicato maggiorenne, il quale, al comando di un gruppo di adolescenti molto influenzabili, ne ha approfittato per assumere una posizione di predominio nel quartiere.
I poliziotti, vincendo con non poca difficoltà le ritrosie degli adolescenti, verbalmente e fisicamente vessati dal sedicenne e dal suo mentore, nonché dalla forza intimidatrice del gruppo capeggiato dal 50enne, hanno ricostruito tutti gli episodi criminosi, registrando anche le ansie dei genitori, in alcuni casi testimoni impotenti degli eventi, nonché, la richiesta di aiuto del padre dell’indagato minorenne.
L’unica volta che P.F. ha agito in prima persona non è riuscito nel suo intento estorsivo grazie all’intervento di una pattuglia della Polizia di Stato, opportunamente allertata dalla famiglia di uno dei ragazzi presi di mira. Nel corso delle indagini sono state effettuate delle perquisizioni grazie alle quali è stato possibile sequestrare i 2 coltelli e pistola giocattolo, fedele replica dell’arma originale, a cui era stato tolto il tappo rosso. Sono stati gli stessi investigatori a notificare i due provvedimenti; il maggiorenne, tra l’altro, era già a Regina Coeli per atti persecutori e furto di gioielli a carico dei genitori di una sedicenne. Prosegue il lavoro degli agenti per far luce su altri gravi episodi simili.