Ecco la nota del responsabile del Partito Comunista Italiano di Grottaferrata Nicola Casubolo:
Come comunisti, confermiamo il nostro impegno nelle iniziative unitarie democratiche ed antifasciste che contribuiremo a far riuscire a Grottaferrata come nel resto d’Italia. A cominciare da quella del 21 aprile promossa qui dall’ANPI.
Leggiamo da giornali locali dell’insuccesso della mozione presentata dal PD di Grottaferrata in consiglio comunale, avente per oggetto la regolamentazione restrittiva per la concessione di spazi pubblici e/o istituzionali a organizzazioni di orientamento fascista.
Mentre non ci meravigliamo delle azioni della maggioranza ed in particolare del consigliere Bosso, da sempre riconosciuto come elemento di centrodestra, stigmatizziamo il comportamento del m5s, che a Torino ha supportato una mozione simile ed a Grottaferrata ha fatto il contrario: questo è il segno dell’ambiguità di chi si dichiara “né di destra, né di sinistra”!
La cosa che più ci fa raccapricciare è il comportamento di una forza e di persone che si dichiarano di sinistra provenienti da vari partiti ed esperienze politiche che si chiamavano comunisti/socialisti, che negli anni precedenti li hanno visti come tesserati al loro interno.
Il Sindaco che alcuni “leggono” come ex PD si scorda dei valori antifascisti della costituzione ma dice che valuterà caso per caso insieme alle forze dell’ordine. Speriamo si ricordi delle azioni che in tutta Italia vedono protagonisti i neofascisti del terzo millennio, a meno che, non si voglia aspettare il caso paesano per prendere decisioni.
i consiglieri de “La citta al governo” che non riconoscono la pericolosità sociale di movimenti inneggianti al ventennio, anzi equiparano l’antifascismo ad un lavacro di coscienze.
Siamo senza parole
“ Appellare un diverso pensiero ideologico come fascista è complesso. O si circostanzia o l’accusa non è appropriata.”
questa è una frase dell’esponente di minoranza, non basta il saluto romano, non basta la nostalgica rivalutazione del “penzoloso di piazzale loreto” non bastano gli assalti ai migranti, ai centri sociali, alle forze politiche, hanno bisogno del “caso per caso” per poter dare un giudizio!
“E’ riduttivo usare terminologie perchè non sono attinenti e molte realtà che sono libere di esprimersi” ricordiamo che la libertà di esprimersi è dovuta all’abbattimento del regime che era stato votato con elezioni pubbliche e che poi si trasformò in dittatura, la negazione di spazi pubblici non impedisce loro di riunirsi in luoghi privati.
E, soprattutto, le ideologie e le idee possono coesistere ed essere differenti, quella fascista NO, perché l’ideologia fascista è un crimine e non una ideologia: l’ha detto la storia e lo dice la corrente giurisprudenza ed i costituzionalisti!
La negazione dello spazio pubblico, è la presa di distanza dell’Italia libera ed antifascista dal modo di pensare di questi soggetti, ma forse questo non lo hanno capito nella cosiddetta “società civile”.
Fascista è chi il fascista lo fa!