Una ventenne del sorano visita un negozio virtuale, sulla pagina di un profilo Facebook, dove è pubblicizzata la vendita di numerosi articoli di abbigliamento ed accessori, di firme prestigiose, a prezzi molto economici e vantaggiosi. L’offerta è allettante e la giovane decide di acquistare, con pagamento carta prepagata, una borsa ed un paio di scarpe. Trascorsi i necessari tempi tecnici, della merce ordinata nessuna traccia.
L’acquirente inizia a sospettare di essere stata truffata e decide, pertanto, di rivolgersi all’Ufficio Denunce della Questura. La Polizia Giudiziaria della Squadra Volante, acquisiti gli elementi utili, dopo una ricognizione speditiva del profilo, risale all’identità di una donna residente a Città di Castello.
E’ il primo tassello dell’indagine : il suo ruolo è quello di prestanome per l’incasso fraudolento del denaro. L’attività di polizia prosegue senza sosta per dare un volto ed un nome agli autori di quel progetto criminoso: emergono altri profili truffaldini, più di 400 le vittime poche le denunce formalizzate, – a Frosinone 10 – a volte per l’irrisoria cifra “raggirata”.
Il cerchio si stringe attorno ad una banda di Macedoni – 5 soggetti – orbitanti nella città di Pesaro Urbino. Tutti, deferiti all’Autorità Giudiziaria di Perugia, dovranno rispondere di associazione a delinquere, finalizzata alla truffa continuata, accesso abusivo a sistemi Informatici e frode Informatica, il tutto coordinato dal Pubblico Ministero Dott.ssa MILIANI.