891,5 milioni di euro. A tanto ammonterebbero gli incassi del Comune di Roma per la voce “multe stradali” nel periodo 2015-2018, considerati anche gli introiti previsti a bilancio per l’anno in corso. Lo afferma il Codacons, che ha deciso di vederci chiaro sulla destinazione dei fondi raccolti attraverso le contravvenzioni per violazione del Codice della strada. L’associazione ha inviato infatti una formale istanza d’accesso al Campidoglio volta ad acquisire i documenti relativi all’utilizzo dei fondi incassati dall’amministrazione attraverso le multe. La legge vigente, come noto, impone che gli introiti delle multe siano usati dalle amministrazioni per migliorare la sicurezza stradale e garantire strade e segnaletica.
Al riguardo l’art. 208 del Codice della Strada stabilisce che:
“Una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli enti è destinata:
– in misura non inferiore a un quarto della quota, a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, dimessa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente;
– ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade”.
“Non sappiamo come l’amministrazione abbia utilizzato gli 891,5 milioni di euro incassati negli ultimi anni grazie alle contravvenzioni, visto lo stato disastroso delle strade capitoline – spiega il presidente Carlo Rienzi – Per tale motivo abbiamo deciso di fare chiarezza, presentando una istanza per conoscere nel dettaglio come sono stati spesi i proventi delle multe stradali. Istanza che si inserisce nella class action contro il dissesto stradale di Roma lanciata dalla nostra associazione e alla quale hanno già aderito centinaia di cittadini. Se risulterà che la legge è stata violata e i soldi non sono stati utilizzati per lo scopo che è stabilito dalla norma, scatterà la denuncia per peculato e abuso di atti d’ufficio” – conclude Rienzi.