Basket

Pallacanestro Palestrina, Gaetano Spera alla corte di Ponticiello

Condividi su Facebook Condividi su Whatsapp Condividi su Telegram Condividi su Twitter Condividi su Email Condividi su Linkedin
pallacanestro palestrina spera

Rinforzo per la Pallacanestro Palestrina nel settore dei lunghi: alla corte di Ciccio Ponticiello arriva Gaetano Spera.

Spera muove i primi passi col Basket Marigliano, la sua altezza e le sue doti vengono subito notate e cresce cestisticamente nel florido vivaio del Vivibasket Napoli. Si tratta di un centro di 210 centimetri nato nel 1993 che sa mettere energia in ambedue le metà campo. Coach Ponticiello lo conosce bene avendolo avuto a Reggio Calabria in Serie A2, e da lì la sua avventura in Serie B si è arricchita di tre importanti esperienze: Martina Franca e due stagioni a Lecco.

Rimbalzista di prim’ordine, è uomo da doppia cifra nella statistica delle carambole, a venticinque anni può definirsi già giocatore di categoria ma con tanti anni in prospettiva nei quali affinare le proprie qualità. Da riportare l’esperienza in A2 anche a Chieti e poi quella nel college americano di St.Peter’s mettendosi all’opera in NCAA nel 2011. Nonostante la mole dispone di una buona agilità anche di piedi e si presenta come giocatore altruista e intelligente che bene può integrarsi nel gioco di squadra della stagione ventura per Palestrina. Mobilità che ne fa un centro capace di giocare pure lontano dal ferro, in uno spot di ala grande che permetterà a coach Ponticiello ulteriori varianti grazie all’adattabilità dei lunghi a disposizione. La stima dello staff e della società saranno un ottimo incentivo per un suo rapido e felice ambientamento nella realtà prenestina, facilitato sicuramente dalla grande attitudine di Gaetano al lavoro e alla voglia di confrontarsi.

Gaetano ti riunisci a coach Ponticiello con cui hai già lavorato, quali sono le sue doti che apprezzi e in che modo riesce a valorizzare giovani come te?

“Ero giovanissimo nella stagione 2013/2014 a Reggio con lui, che era la prima con gli americani in A2 Silver, ho potuto apprezzare un conterraneo come il coach per essere una persona vera e diretta, un allenatore sincero e leale come ce ne sono pochi. Il suo segreto credo sia che è prima di tutto un insegnate, ha la capacità di dire le cose in modo chiaro e di fartele capire, questo è un bene sia per i grandi che per i giovani. Agli under infonde sicurezza, li fa rendere al meglio, rendendo loro chiaro il compito. In generale è uno che vuole vedere la squadra sbattersi, metterci l’anima, e che poi i giocatori in campo sappiano leggere le situazioni in maniera autonoma quindi senza sentirsi legati a dei concetti rigidi.”

Quali sono state le annate fondamentali per la tua crescita e come ricordi l’esperienza fatta in USA?

“Ebbi la fortuna di essere visionato alla fine di una tournèe fatta con i 1993 ma a posteriori credo che capitai in una realtà non facile per un ragazzo come me che veniva dalla provincia, quindi quell’esperienza durò meno di quanto sarebbe dovuta durare. Invece in Italia oltre Reggio Calabria penso con piacere sia all’esperienza a Lecco dove oltre alla crescita cestistica mi sono sentito davvero migliorato dal punto di vista umano, e quella precedente a Martina Franca, in entrambe i posti ho avuto la fortuna di avere due allenatori come Meneguzzo e Russo che hanno parecchio in comune anche con lo stesso Ponticiello, altri maestri vicini al mio modo di giocare.”

Come sono andate le cose l’anno scorso? Che giocatore arriva a Palestrina?

“Dopo i playoff persi 3-1 con Bergamo abbiamo iniziato lo scorso anno con il dubbio che potessimo davvero partecipare, poi siamo partiti forte con 8 vittorie su 9 e a marzo quando tutto andava bene ci siamo fatti male in tre nell’arco di tre giorni rovinando il cammino, chiuso al primo turno contro Milano.
Mi presento come un giocatore di energia, con la “fame” che serve, a maggior ragione perchè non ho ancora vinto un campionato e penso che per farlo ci sia bisogno di questo. Mi piace stare in un gruppo e fare gruppo, lo sport inteso come attività di squadra, non potrei di certo giocare a tennis. Il mio carattere si riflette in campo dove sono attento alle collaborazioni, ai passaggi, all’aiuto per i miei compagni.”