Una scuola da una parte, una discarica dall’altra. E’ così da quindici anni, da quando l’istituto superiore IPIA Parodi Delfino si è trasferito in via Palianese, al Km 1200. Pochi metri separano Colle Fagiolara – la discarica più grande del Lazio dopo Malagrotta – da una scuola superiore che ha il merito di aver formato gli operai specializzati della B.P.D. Una vicinanza indegna che continua a provocare disagi: negli ultimi giorni gli studenti e i professori hanno avvertito forti miasmi provenienti dalla discarica di Colle Fagiolara. Così, questa mattina, Gianluca Luzzi, rappresentante d’istituto in carica, la Professoressa Alberta Tummolo e il Vicepreside Salvatore Panetta hanno deciso di convocare un’assemblea straordinaria in aula magna, invitando anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e il Comune di Colleferro.
Sanna: “La scuola sarà trasferita e la discarica chiuderà a fine 2019”
“Questo è un problema che va risolto. Il Comune e tutta Colleferro devono chiedere scusa a questa scuola, agli studenti e ai professori”. E’ iniziato con questo riferimento al passato, l’intervento del Sindaco Pierluigi Sanna. Un riferimento preciso che riporta all’inizio di questa vicenda, al 2004, quando la scuola fu trasferita sulla Palianese, sui terreni del noto imprenditore di Colleferro, Otello Mandova. “Il problema dei miasmi in discarica non è accettabile – ha continuato il primo cittadino – e vorrà dire che andrò a controllare con i vigili. Vogliamo mettere fine a questo scempio e vi assicuro che ci troviamo alla fine di un capitolo, perché la discarica chiuderà a fine 2019. Come ho già detto – ha concluso Sanna – questa scuola tornerà in città, vicino al Liceo Marconi e al Cannizzaro, nei locali del Centro Anziani di Colle dell’Elefante, luogo abbandonato da anni.
I lavori in discarica
Cosa sta succedendo in discarica? Sostanzialmente, da un mese a questa parte, con una determina della Regione si è riaperto, di fatto, al conferimento dei rifiuti trattati negli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) del Lazio. Questa vicenda è stata analizzata in modo approfondito dalle associazioni ambientaliste, sopratutto nelle note stampa e negli articoli di Retuvasa e Ugi.
Con questo atto – si legge nel comunicato di Retuvasa – è possibile conferire nuovamente rifiuti derivanti dagli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB), previa rendicontazione sullo spostamento dell’elettrodotto. Quindi porte aperte per Rida Ambiente di Aprilia e per gli impianti di Rocca Cencia e Salario di Roma. Lazio Ambiente SpA – continua Retuvasa – in qualità di attuale gestore indica, negli atti preparatori alla determina, che la discarica può riprendere la sua attività già dall’8 ottobre con una capacità residuale di circa 510.000 tonnellate; chi manifesterà l’intenzione di portare rifiuti a Colleferro dovrà pagare 72,29 euro a tonnellata e 13,925 euro per la gestione post mortem con possibilità di incremento ISTAT, IVA, benefit o per meglio dire ristoro ambientale (attualmente al 5%). Ci sono da aggiungere 15 euro a tonnellata stabilite nel contratto di affitto con il Comune di Colleferro proprietario del sito.
In questa fase – asserisce l’UGI in un approfondimento – le associazioni ambientaliste si trovano nella condizione di dover vigilare su ciò che è stato scritto e promesso: il Comune di Colleferro si è impegnato a iniziare le operazioni di capping perimetrale del lato più antico della discarica prima del 31/12/2019. Le associazioni hanno chiesto garanzie alla Regione Lazio nel merito della sopraelevazione della discarica perché è obbligata a ripristinare le quote autorizzate. Chiediamo garanzie – precisa l’UGI – rispetto ai capitali necessari alla gestione post operativa della discarica, nel più breve tempo possibile.
Il Comitato Residenti Colleferro ha diffidato la Regione Lazio per non aver avviato le procedure per il Piano di chiusura come previsto dalla legge regionale del 2016.
Quello di Colle Fagiolara resta un quadro complicato che necessita di un’attenzione particolare e di un percorso partecipativo con la scuola. Durante l’assemblea, il movimento Rifiutiamoli ha proposto una serie di appuntamenti informativi e l’istituzione di un osservatorio che comprenda studenti, professori, Comune e associazioni, in modo tale da essere aggiornati riguardo ogni azione che verrà fatta in discarica.
In conclusione, parlando sempre di coinvolgimento e di partecipazione, il Vicepreside Panetta ha proposto al Sindaco un tavolo di confronto sulla progettazione del “nuovo Ipia”.
Questa vicenda è una ferita aperta che si ricucirà soltanto con la chiusura definitiva della discarica. Per non avere altre lesioni del genere, occorrerà raccontare bene questa cicatrice: servirà fare i conti con quello che è stato e rendere fruibili tutti quegli episodi che hanno contribuito a esiliare l’IPIA, condannando intere generazioni a vivere isolate dalla città e in balia dei miasmi della discarica.