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Labico, Festival della Filosofia del ‘900 a Palazzo Giuliani il 16 e 17 novembre

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Labico, Festival della Filosofia del '900 a Palazzo Giuliani il 16 e 17 novembre

Il Festival della Filosofia del ‘900 entrerà nel vivo, nei prossimi venerdì 16 e sabato 17 novembre, a Labico, in Palazzo Giuliani.

Il Festival, in memoria di Arianna Buttinelli, è inserito nel programma delle attività della Città della Cultura della Regione Lazio 2018 e, per questo, si concentra sui temi che, più di tutti, hanno interessato il pensiero filosofico e scientifico del ‘900 e che, dal ‘900 arrivano a noi, ancora più interessanti, dato lo sviluppo che hanno avuto l’intelligenza artificiale e le nano-tecnologie e la diffusione nel quotidiano, in rapporto con l’esperienza umana e l’intelligenza dell’uomo.

Il Festival è curato da Maria Teresa De Vito e da Luca Calselli, con la Direzione Scientifica del Prof. Remo Bodei. Tra i relatori, lo stesso Direttore Scientifico, Prof. Remo Bodei, il Prof. Daniele Pucci, il Prof. Daniele Amoroso, la Prof. Daniela Laschi. Il laboratorio sarà seguito dal Dott. Marco Menichelli, CEO della XSENSE corp. Interverrà il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio On. Daniele Leodori.

Il progetto ‘900, della Città della Cultura della Regione Lazio 2018, che ha visto Colleferro capofila della rete di comuni comprendente anche Labico, Valmontone, Artena e Paliano, continua ad indagare le vicende che hanno caratterizzato il ‘900, in ogni ambito delle vicende umane, culturali, sociali, politiche, scientifiche, architettoniche e urbanistiche, industriali, ambientali, al fine di ricercare e individuare il percorso più giusto per affrontare il futuro.

REMO BODEI – E’ Professore Emerito di Filosofia alla Università di Pisa, dopo aver insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore della stessa città, alla New York University  e alla University of California, Los Angeles, dove ancora insegna. Si occupa di teoria delle passioni, di modelli della coscienza e di problemi legati alla memoria, all’identità individuale e collettiva, alle macchine e all’Intelligenza Artificiale. Tra le sue opere più recenti, tradotte in molte lingue: Paesaggi sublimi. L’uomo davanti alla natura selvaggia (Bompiani, 2008); Immaginare altre vite, Milano, Feltrinelli, 2013; La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel (Il Mulino, 2014); Ordo amoris. Conflitti terreni e felicità celeste (Il Mulino, 2015); La filosofia nel Novecento (e oltre) (Feltrinelli, 2015); Limite (Il Mulino, 2016); Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno (Il Mulino, 2016); Geometria delle passioni (Feltrinelli, 2017); Le forme del bello (Il Mulino, 2017).

ABSTRACT DELL’INTERVENTO – Macchine, Intelligenza Artificiale, Lavoro

Oggi è facile accorgersi del fatto che il trionfale affermarsi delle tecnologie informatiche, della robotica e dell’intelligenza artificiale impone di riunire nuovamente, a un più alto livello, lavoro e conoscenza, ma rischia, almeno per una fase di transizione di indefinibile durata, di portarci inesorabilmente a una riduzione del numero degli occupati. Come reagire?

DANIELE PUCCI – Nel 2009 si Laurea in Ingegneria Automatica con il massimo dei voti e la lode all’Università di Roma “La Sapienza” e, nello stesso anno, vince l’Academic Excellence Award. Nel 2013 termina il Dottorato di ricerca in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione presso l’Università di Nizza Sophia Antipolis. Dal 2017 dirige il laboratorio di Dynamic Interaction Control all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova con un team composto da 25 giovani scienziati. Le attività del gruppo puntano a dotare gli umanoidi di capacità avanzate di azione ed interazione fisica.

ABSTRACT DELL’INTERVENTO – Conosciamo i robot umanoidi

Cosa permette a un essere artificiale di muoversi ed interagire con gli essere umani? L’interazione con l’ambiente non è una qualità solo umana, ma è la caratteristica principale che anche i robot umanoidi devono potere sfruttare per muoversi in un ambiente pensato per noi umani. Per sviluppare questa capacità, un robot umanoide deve essere dotato di due intelligenze: una cognitiva e l’altra motoria. Queste due intelligenze, quando combinate, permettono a un robot umanoide di muoversi nell’ambiente circostante e interagire con un essere umano. Un giorno, infatti, i robot umanoidi saranno in grado di aiutarci nei compiti domestici. Ma non solo. Saranno anche in grado di intervenire laddove l’essere umano non può operare, come scenari colpiti da alluvioni, terremoti, e perdite di materiale radioattivo. In queste circostanze, il robot umanoide deve combinare non solo le capacità motorie degli essere umani, ma anche quelle di spostamento degli uccelli. Per questo, lavoriamo affinché un giorno i robot umanoidi saranno in grado non solo di camminare e interagire con l’ambiente circostante, ma anche di volare, avendo così delle capacità ben maggiori di noi umani e riuscendo cosi ad aiutarci laddove i nostri simili non riuscirebbero.

MARCO MENICHELLI:  38 anni, CTO in XSENSE Corp e Innovation Scientist in Silicondev S.p.A, da giovanissimo ha rappresentato le Università italiane a Parigi, in occasione di un meeting organizzato da ESA Spazio incentrato sulle nuove tecnologie aerospaziali. Nel 2010 muove i primi passi nella progettazione di algoritmi di AI negli ambiti NLU e Computer Vision. Nel 2012, con Mayam, vince il premio Lamarck per l’innovazione presso SMAU Milano per “Leonardo Human Language Code”, una AI in grado di sviluppare codice Java leggendo le specifiche scritte in linguaggio naturale. Nel 2015 inizia la collaborazione con Silicondev S.p.A per l’industrializzazione del prodotto XSENSE, un insieme di algoritmi di Intelligenza Artificiale, già considerata da esperti di settore e multinazionali, come un nuovo e definitivo approccio all’apprendimento e la comprensione del linguaggio naturale. XSENSE nel 2017 ha ufficialmente superato le capacità umane nel mantenimento del contesto di conversazioni complesse, ed è il primo motore di apprendimento del linguaggio in grado di “inventare” nozioni, utilizzando algoritmi proprietari disegnati studiando i processi cognitivi umani. Nel 2017 ha iniziato la sperimentazione su algoritmi di AI in grado di simulare l’intuito umano, con lo scopo di rendere XSENSE indipendente rispetto alle attività e responsabilità che gli verranno assegnate.

Abstract del laboratorio: Etica e Intuito Artificiale: verso la simulazione di una coscienza collettiva

XSENSE è un set di algoritmi di Intelligenza Artificiale, in grado di simulare i processi cognitivi umani nell’apprendimento autonomo del linguaggio, nozioni e processi senza configurazioni manuali. Anni di studi volti alla comprensione e alla simulazione efficace di questi processi, hanno portato Marco Menichelli all’ottenimento di risultati interessanti non solo nel campo dell’Intelligenza Artificiale, ma anche nelle Neuroscienze: Menichelli, infatti, sta conducendo una ricerca molto dettagliata sull’intuito umano avendone già compreso le dinamiche e avendone replicato gli aspetti fondamentali in una nuova generazione di Intelligenze Artificiali Intuitive. Durante il suo intervento, Menichelli spiegherà come ha creato il metodo Deep Sensing, e come quest’ultimo consenta di replicare specifici processi mentali umani che, fino ad oggi, si credevano di esclusiva pertinenza umana, come ad esempio l’Intuito.

In relazione ai risvolti etici di una simile scoperta, Menichelli spiegherà come è possibile rendere etiche le Intelligenze Artificiali partendo dalla definizione stessa di Etica e Moralità.

CECILIA LASCHI – E’ professore Ordinario di Biorobotica (settore accademico di Ingegneria Biomedica) presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dall’agosto 2014. Attualmente, la sua principale sfida di ricerca è la Soft Robotics, un campo di ricerca recente che ha sperimentato per prima, studiando l’uso di materiali morbidi per costruire robot con maggiori capacità di interazione con l’ambiente e con gli esseri umani, una migliore intelligenza incorporata e, in ultima analisi, migliori prestazioni nei compiti del mondo reale. Questo campo sta progredendo rapidamente con scienziati di spicco provenienti dalle principali università e centri di ricerca di tutto il mondo.

ABSTRACT DELL’INTERVENTO – La robotica diventa soft

Pensate a un robot che conoscete, e poi pensate a un polpo. Che cosa hanno in comune? Molto poco, a prima vista, ma in realtà molto più di quello che pensate. Le differenze tra di loro sono evidenti: il polpo si muove con disinvoltura nell’acqua, camminando sulle rocce e nuotando; il robot è rigido e fa fatica a camminare all’aperto o a salire delle scale. E’ per questo che un polpo può insegnare molto ai robotici. Può insegnare come muoversi senza scheletro e come usare molti arti con un cervello relativamente piccolo. Ed è così che un polpo ha portato una piccola grande rivoluzione in robotica, facendola diventare soft, morbida. La robotica soft è una delle sfide attuali in robotica, che mette insieme ingegneria e biologia, per realizzare robot al servizio dell’uomo e del pianeta.

DANIELE AMOROSO – E’ professore di diritto internazionale presso l’Università di Cagliari. Aree di competenza: Nuove tecnologie e diritto internazionale, diritto internazionale dei diritti umani, responsabilità dello Stato, autodeterminazione dei popoli. Ha scritto molto sul diritto pubblico internazionale, con particolare riguardo ai rapporti tra ordinamento giuridico internazionale e interno, diritti umani, responsabilità dello Stato, immunità, tribunali internazionali, autodeterminazione dei popoli e nuove tecnologie.  Nel 2017 ha partecipato al workshop della Task Force su “Robot, byte e bombe: Disruptive Technologies and 21st Century Warfare”, ospitato dalla Heinrich Böll Stiftung di Berlino.

ABSTRACT DELL’INTERVENTO – Le applicazioni militari dell’intelligenza artificiale: i sistemi d’arma autonomi nella prospettiva del diritto internazionale

Secondo una definizione comunemente accettata, i sistemi d’arma autonomi sono sistemi d’arma che, una volta attivati, sono in grado di selezionare e attaccare obbiettivi senza ulteriore intervento umano. I recenti progressi nel campo dell’intelligenza artificiale hanno reso la realizzazione di questa tipologia di armi una concreta possibilità. Parallelamente alla discussione sulla fattibilità tecnica del loro dispiegamento in uno scenario di guerra, si è rapidamente sviluppato un acceso dibattito sulle implicazioni etico-giuridiche di questa tecnologia militare. A partire dal 2013, un gruppo di ONG coordinato da Human Rights Watch ha lanciato una campagna per la messa al bando delle armi autonome, ottenendo dagli Stati parte della Convenzione sulle armi convenzionali l’istituzione di un Gruppo di esperti governativi con il compito di discutere la questione.

L’intervento intende offrire una panoramica ragionata dei principali snodi del dibattito attualmente in corso sul piano internazionale, avendo particolare riguardo a i) la capacità di garantire il rispetto delle norme di diritto internazionale che disciplinano la selezione degli obbiettivi nel corso delle ostilità (cd. targeting); ii) il rischio che l’affidamento delle scelte di targeting ad un decisore non-umano crei dei “vuoti di responsabilità” nel caso in cui queste si traducano in attacchi contro persone ed oggetti protetti o provochino danni collaterali sproporzionati; iii) la compatibilità con il principio che tutela la dignità umana dell’attribuzione ad una macchina del potere di assumere decisioni letali; iv) i pericoli per la pace e la sicurezza internazionale posti dall’autonomia dei sistemi d’arma. Alla luce di quest’analisi, si discuterà la proposta – intorno alla quale si sta formando un consenso crescente – di sottoporre tutti i sistemi d’arma (inclusi quelli cd. autonomi) ad un “controllo umano significativo”.