“Con la delibera votata dai 17 consiglieri comunali di maggioranza, considerato il fatto che l’opposizione è uscita dall’aula non partecipando al voto, il consiglio comunale di Frosinone ha chiuso la pagina del vecchio project che legava la possibilità di realizzare il nuovo stadio allo scambio con cinque palazzi e 130.000 metri cubi di cemento, sull’area dove ora sorge il Parco del Matusa” – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani -.
“Finalmente – continua -, la nostra città è diventata un moderno capoluogo, dove il calcio non può essere confuso con il corrispettivo commerciale per realizzare palazzi. Non avere il coraggio, da parte della minoranza, di votare con chiarezza a favore o contro la proposta del privato, di deturpare il nuovo grande polmone verde urbano, posto al centro della città, significa recitare, come al solito, il ruolo del don Abbondio di turno, che non si è mai nutrito di coraggio per assumersi le proprie responsabilità, tradendo ulteriormente anche il mandato di quegli elettori che, pur relegandoli in minoranza, avevano sperato di generare, in quegli amministratori, un minimo di senso del dovere civico.
Questa città, oggi, grazie al cielo, oltre che al lavoro instancabile di altri consiglieri comunali di maggioranza e della giunta, può annoverare, nel proprio patrimonio, il terzo stadio di ultima generazione costruito in Italia, dopo quello della Juventus e quello dell’Udinese, unitamente a un nuovo parco urbano, di circa due ettari e mezzo, al Matusa, senza nuovi pachidermi di cemento, proprio dove sorgeva, prima, il vecchio stadio”.
Il consiglio comunale di Frosinone, infatti, ha recepito, con la seduta di giovedì scorso, la richiesta di pronunciamento indicata dal Tar di Latina, circa la necessità di dare una risposta a un operatore privato che sosteneva, all’interno del proprio ricorso, di non aver potuto realizzare tempestivamente i nuovi palazzi, ove ora sorge il parco del Matusa, a seguito del protrarsi dell’occupazione, per altre due stagioni calcistiche, del vecchio impianto da parte della squadra del Frosinone calcio. Sul punto specifico, però, la stessa sentenza del Tar si era pronunciata evidenziando come il termine per presentare la domanda, da parte del privato, fosse ormai da ritenersi spirato e concluso, senza attribuire alcuna responsabilità al Comune di Frosinone e alla stessa società del Frosinone Calcio.