E’ stata data esecuzione al provvedimento di sospensione della licenza di commercio per 30 giorni emesso dal Questore Esposito con conseguente chiusura di un negozio in zona Pigneto. Il provvedimento nasce da un’azione di monitoraggio avviata dalla Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura, diretta da Angela Cannavale, che prevede il controllo degli esercizi che mettono in vendita prodotti contenenti quella che “impropriamente” viene ritenuta “cannabis legale” o “canapa light”.
Solo a Roma, stando ai media – sono circa un centinaio i punti vendita degli oltre 800 presenti in Italia, ai quali va aggiunto il numero non quantificabile dei negozi on line tra i quali una nota piattaforma on line.
Già da qualche tempo, gli investigatori si dedicano al controllo di negozi che mettono in vendita prodotti del genere e che destano la legittima preoccupazione dei genitori di adolescenti. L’attenzione degli uomini della Questura su tali attività commerciali, ha portato a scoprire l’illecita attività condotta dal titolare del negozio in zona Pigneto che, sotto la copertura di “esercizio di vicinato”, aveva in realtà messo in piedi una vera e propria attività di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana.
Negozi del genere hanno preso a proliferare ingenerando per di più l’erroneo convincimento soprattutto tra i giovani della liberalizzazione delle cd. “droghe leggere”, fondandosi su un equivoco ingenerato dalla distorta interpretazione di una recente normativa, recante norme per il sostegno e la promozione della coltivazione e della filiera della canapa, quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura e che ha previsto la possibilità di coltivare senza alcuna autorizzazione una varietà di canapa esclusivamente mediante l’utilizzo di particolari sementi con un contenuto di THC che non superi una certa soglia.
Approfittando di tali possibili equivoci, pertanto alcuni negozi non solo vendono infiorescenze che poi gli acquirenti assumono – solitamente fumandole -, ma addirittura si danno alla vendita di quella che è “droga” a tutti gli effetti. Già lo scorso gennaio, controlli della Polizia di Stato avevano consentito di scoprire attività di vero e proprio spaccio di stupefacenti effettuate in simili esercizi pubblici.
I controlli
Esattamente quanto emerso in due negozi: uno nello stesso quartiere Pigneto e l’altro nel quartiere Tuscolano. Nel primo, gli agenti avevano trovato la titolare, intenta a confezionare bustine contenti hashish e marijuana. La stessa aveva affermato di averle acquistate presso un “grossista” con negozio nel quartiere Tuscolano, esercizio nel quale poi gli agenti avevano rinvenuto altri grossi quantitativi di stupefacente delle stesse tipologie, (oltre mezzo chilo di hashish e circa 8 KG di marijuana), arrestando il titolare.
A marzo scorso, gli agenti della Questura, hanno effettuato un controllo in un altro negozio del Pigneto che aveva esposti per la vendita al dettaglio varie tipologie di prodotti, sia alimentari che non alimentari, contenenti sostanze a base di “Canapa Sativa – L”. Questi prodotti, commercializzati con etichetta contenente le informazioni al consumatore finale difformi da quanto esplicitamente previsto dal Codice del Consumo, sono stati posti sotto sequestro amministrativo.
La merce non alimentare sequestrata, in particolare infiorescenze di canapa, ha presentato, come da successivi esami di laboratorio effettuati su diversi campioni, una percentuale di principio attivo THC che inequivocabilmente li riconduceva nell’ambito di vere e proprie sostanze stupefacenti e per questo la titolare è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per spaccio ed il negozio oggi chiuso.